La conferenza Xbox e Bethesda ha lasciato sicuramente soddisfatti gli appassionati di videogame, adesso manca solo un ultimo passo.
All’inizio della Summer Game Fest ho espresso la mia preoccupazione per un futuro prossimo videoludico abbastanza deludente e la conferenze Xbox e Bethesda non ha cambiato quella sensazione. Si è trattato di un ottimo evento, ricco di annunci riguardanti giochi iconici che verranno inseriti nel Game Pass, espansioni di tanti giochi Microsoft già usciti da anni, qualche indie (in esclusiva temporale o meno poco importa) davvero affascinante, titoli terze parti inclusi nel servizio e concluso con l’annuncio di un progetto di Kojima Production in esclusiva su ecosistema Xbox.
Ciò che non ha cambiato la conferenza è la sensazione che questa next gen stenti a decollare e che il prossimo sarà un altro anno di transizione. La conferenza ha confermato che in questo 2022 non ci saranno uscite esclusive di peso per l’ecosistema Microsoft e che per vedere qualcosa di maggior peso bisognerà attendere il 2023. Ha anche confermato che i grossi progetti presentati in sede di reveal della console e quelli visti anche lo scorso anno sono ancora lontani dalla release e che bisognerà attendere il 2024 e oltre per vederli concretizzati.
Xbox Bethesda Showcase: bilancio positivo, adesso manca il pezzo da 90
Se c’è una certezza emersa dall’ultima conferenza Microsoft è che il progetto Game Pass è solido e che la compagnia di Redmond vuole presto o tardi sganciarsi dal mercato attuale per farne uno a parte, che sfugga alle logiche concorrenziali finora conosciute e diventi un mondo a sé stante, che possa esistere o coesistere anche in un ambiente considerato fino a poco tempo fa concorrenza.
In passato ho espresso qualche perplessità sul servizio in abbonamento di Microsoft, facendo notare come ci siano stati finora periodi morti, come i titoli che non appartengono a Microsoft debbano essere consumati rapidamente per non correre il rischio di non riuscire a finirli e dunque si trattasse di un servizio più adatto ad un adolescente che non a qualcuno con minor tempo a disposizione.
Questa considerazione è valida ancora oggi, dunque il servizio non è adatto a tutti i tipi di giocatori, anche se l’offerta messa in mostra da Microsoft in quest’ultima conferenza certifica la volontà di dare costanza alle uscite, diminuire se non annullare i tempi morti, ma soprattutto fare uscire una varietà di videogame tali che almeno uno possa interessare a chiunque.
Se questa sarà l’offerta d’ora in avanti, sarà sempre più vicino l’obiettivo di Microsoft di rendere il Game Pass indispensabile agli amanti dei videogame. Ciò che è mancato, se proprio bisogna trovare un neo a questo evento, è un titolo in grado di catalizzare l’attenzione di tutti, quel capolavoro che fa desiderare una console o un servizio in abbonamento in questo caso.
Starfield, per me la grande delusione dell’evento
Da questo ragionamento escludo Forza Motorsport, non perché non sia sembrato un grandissimo gioco (lo è sembrato e con ogni probabilità sarà un capolavoro come i precedenti), ma perché i driving game non sono system seller né tantomeno killer application.
Tolgo dalla discussione Diablo 4, solo perché al momento non si è capito se il titolo Blizzard sarà esclusiva Microsoft: allo showcase non è stato presentato come inserito all’interno del Game Pass, dunque può darsi che esistessero accordi preesistenti che impediscano per il momento l’esclusività come con Call of Duty? Può darsi semplicemente che Microsoft attenda la conclusine dell’acquisizione per dare notizie in merito? Lo scopriremo solo tra qualche mese ad operazione conclusa. Ma di fatto Diablo non figura al momento al Day One su Game Pass, dunque per il momento non va preso in considerazione come possibile killer app.
La Killer Application di questo showcase doveva essere Starfield e Microsoft ha fatto tutto quanto in suo potere per presentarlo come se lo fosse, dandogli lo spazio finale dello show e l’approfondimento due giorni dopo. Il problema è che il nuovo titolo Bethesda non convince del tutto dopo il primo sguardo approfondito. La nuova Ip del team californiano ha potenzialità enormi, l’idea di base è assolutamente affascinante, ma per il momento sembra mancare qualcosa.
Starfield: gunplay, IA e frame rate non convincono
La prima cosa che si nota è che il comparto grafico non è all’altezza dei migliori giochi di questa generazione, sebbene tutti i migliori titoli finora usciti siano cross gen. Ma la mancanza di una grafica spacca mascella può essere compensata con un buon art design e almeno da questo punto di vista gli scorci mostrati finora fanno ben sperare. Gli ambienti mostrati nel trailer sembravano ispirati e curati nel dettaglio, se la cura riposta in queste stanze e strade sarà mantenuta in tutto il gioco, poco importa se la grafica sarà inferiore a quella di altri titoli.
Ciò che preoccupa è il gameplay, sia dal punto di vista dello shooting che dell’IA dei nemici. Il sistema di mira è sembrato rigido ed i colpi esplosi dalle bocche da fuoco privi di fisicità, come se non fosse stata posta alcuna attenzione sulla differenza delle varie armi. I nemici poi sono sembrati gravati da un intelligenza artificiale deficitaria: nella prima sparatoria il nemico allertato dai nostri colpi va incontro al fucile invece di prendere una copertura. Nel secondo scontro a fuoco i nemici appaiono immobili e incapaci di reagire alla situazione.
Infine il frame rate: in alcune delle sequenze mostrate ci sono stati cali evidenti della velocità delle immagini durante gli scontri a fuoco. Chiaro che ci si trovi di fronte ad un titolo ancora in via di sviluppo, ma è altrettanto chiaro che simili problematiche non si risolvono in un giorno. Il timore è che il gioco possa uscire nel tardo 2023 per rattoppare i problemi palesati e non è detto che vengano risolti del tutto. Stiamo infatti parlando di un trailer scelto per mostrare il meglio della produzione e in ciò che non ci è stato mostrato qual è la situazione?
La speranza è che Bethesda si prenda tutto il tempo necessario per rifinire il prodotto e assecondare le proprie sconfinate ambizioni. Parliamo in potenza di un action gdr sconfinato, in cui le possibilità di esplorazione e la varietà di scelte potrebbero essere senza precedenti. Un universo in cui perdersi, insomma, ma ciò non sarà possibile se la giocabilità non sarà quantomeno accettabile per gli standard attuali, cosa che dal primo sguardo purtroppo non è sembrata.