Lunedì 23 marzo è andata in onda la penultima puntata di The Walking Dead, la serie televisiva creata da Frank Darabont e basata sui fumetti di Robert Kirkman, come sempre a un solo giorno di distanza dalla prima visione americana.
“Provare” (“Try” in originale) è certamente una di quelle puntate che ci prepara per bene al season finale, mettendo tanta carne al fuoco, ponendo tante nuove domande ma soprattutto tanta tensione.
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Deanna e la sua famiglia sono in lutto per la perdita del figlio Aiden, ma ciò che non sanno è come sono andate veramente le cose. Vediamo infatti Glenn raccontare la verità a Rick, mentre Nicholas si inventata tutta un’altra storia per poter dare la colpa ai nuovi arrivati, quando invece sa benissimo di essere lui il codardo.
Ma i rapporti si scaldano un po’ tra tutti. Rick e Pete, ad esempio, sono altri due personaggi che proprio non riescono ad andare d’accordo. Ne abbiamo avuto il sentore fin dal loro primo incontro, e puntata dopo puntata l’astio tra loro sembra crescere sempre di più, alimentato anche dal fatto che adesso Rick sa con certezza, grazie a Carol, che tipo di persona Pete sia, e quello che fa a moglie e figli. Deanna inoltre ammette di aver saputo quanto capitava in casa Anderson, ma di non aver mai voluto allontanare il dottore proprio in quanto era l’unico medico della città. Pian piano gli scheletri nell’armadio di Alexandria vengono fuori, così come le debolezze di queste persone. Si può giustificare una violenza domestica, chiudere un occhio su di essa, solo per non voler allontanare una persona, o per non prendere provvedimenti? Beh, è chiaro che il nostro (ex) sceriffo ha le idee chiare in merito.
Sasha non riesce proprio a riprendersi a causa di tutto ciò che ha perso, e questo la blocca anche dal lasciarsi andare per vivere una vita “normale”. Si sente soddisfatta soltanto quando esce fuori dalle mura della zona sicura e uccide tutti gli zombie che hanno la sfortuna di incontrarla. Michonne e Rosita, che la seguono preoccupandosi per lei, cercano aiutare la loro amica, ma invano. Anche perché loro stesse capiscono le sue motivazione, e Michonne si rivede in lei per qualche attimo, ripercorrendo una serie di flash delle scorse stagioni, in cui la katana era la sua unica amica. E’ interessante vedere come i nostri protagonisti abbiano cercato incessantemente un luogo sicuro, un rifugio, un posto dove poter vivere e non solo limitarsi a sopravvivere, e adesso che ce l’hanno, è come se qualcosa continuasse a frenarli. Forse la vita troppo perfetta di Alexandria, forse i suoi abitanti, ma qualcosa ancora non convince appieno proprio tutti. Non possono vivere come se non avessero mai conosciuto il dolore della perdita, o lo sconforto di non sapere quanto a lungo ancora sarebbe durata la propria esistenza. La spiensieratezza ormai, non fa più parte di loro.
Daryl e Aaron, forse uno dei pochi abitanti di Alexandria che abbia mostrato un po’ di senso di sopravvivenza, in una perlustrazione trovano ancora degli zombie con la “W” incisa sulla fronte. Pezzi di vaganti, persone legate agli alberi lasciate in pasto agli zombie… qualcosa non quadra. Che sia il preludio ad un nuovo problema? Un nuovo nemico è forse alle porte (o, per meglio dire, alle mura)?
Persino Carl sembra non riuscire ad adattarsi del tutto alla nuova vita, e come abbiamo visto non è il solo, ma adesso non parliamo soltanto del nostro gruppo di sopravvissuti, bensì di Enid, una ragazzina che è stata accolta ad Alexandria, ma che ha sperimentato gli orrori del mondo esterno come gli altri. Eppure, ciò non la ferma dallo andare fuori, anzi ne sente proprio il bisogno, così come lo sente Carl, che la segue tra i boschi. Devono ricordare a loro stessi cosa vuol dire non stare tra le mura che ti proteggono, poter sentire il pericolo che ti cammina accanto…perché “è il loro mondo. Non ci viviamo soltanto”.
Glenn vuole far capire a Nicholas che da adesso in poi dovrà smettere di uscire e mettere in pericolo gli altri, perché lui sa cosa ha fatto, e non permetterà che succederà di nuovo. E cosa fa Nicholas? Esce. E con cosa lo vediamo? Con la pistola di Rick. Ecco chi l’aveva presa! Ma che intenzioni avrà? Persone così impulsive e impaurite con armi in mano non sono mai un bene.
Rick è sempre più convinto che Pete vada fermato ad ogni costo, perché teme che da un giorno all’altro la sua violenza possa costare la vita di Jessie. Carol stessa si rende conto che la situazione è seria, perché lei l’ha vissuta sulla sua pelle prima di tutto questo, e se Ed non fosse morto quella notte al campo, non sa se sarebbe diventata la donna che è oggi, se sarebbe sopravvissuta. La questione si fa sempre più pressante e finisce in un combattimento corpo a corpo tra Rick e Pete. Alla fine, il nostro leader estrae la pistola che punta verso gli abitanti di Alexandria. Può sembrare che abbia perso il controllo, ma è più lucido che mai. Lui non vuole sottostare alle regole di quella città, alle loro regole. Esse non gli appartengono. Loro vivono, facendo finta che là fuori non ci sia il morto che cammina, ma così facendo si mettono solamente più in pericolo. Bisogna cominciare ad aprire gli occhi, e non a chiuderli, a girare lo sguardo dall’altra parte, nemmeno se il problema viene dall’interno. Michonne ferma Rick appena in tempo, con un pugno in testa. Proprio lei che aveva indugiato nel rindossare di nuovo la sua uniforme, adesso la sfoggia in un finale che lascia più dubbi che risposte. Ha voluto tutelare l’amico, prima che si compromettesse troppo?
Ancora molte questioni rimango irrisolte, come per esempio quella di Padre Gabriel. Cosa avrà deciso Maggie? Ha già fatto presente agli altri su quello che ha sentito? E Deanna, starà dando peso alle sue parole, soprattutto dopo gli ultimi eventi? Lo scopriremo solo nel Season Finale.
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