The Walking Dead 5×12: Remember (Benvenuti), la recensione

The Walking Dead 5x12: Remember (Benvenuti), la recensione

Il 2 marzo, a solo un giorno di distanza dagli Stati Uniti, è andata in onda un’altra puntata di The Walking Dead, la serie televisiva creata da Frank Darabont e basata sui fumetti di Robert Kirkman.

Benvenuti” (“Remember” in originale) presenta la comunità di Alexandria, già introdotta da Aaron nell’episodio precedente. Il gruppo di sopravvissuti dovrà capire se il luogo è veramente sicuro come dicono, ma soprattutto se possono fidarsi delle persone che ne fanno parte.

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

Rick conosce Deanna, la donna che gestisce l’intera comunità e che gli spiega qualcosa sul posto e sul perché hanno fatto entrare delle persone come loro ad Alexandria. A quanto pare, la maggior parte – se non tutti – degli abitanti del luogo hanno vissuto lì da quando l’infezione è iniziata. Non hanno quindi esperienza degli orrori che hanno passato i nostri protagonisti, ed hanno quindi proprio bisogno di persone come loro per questo. Per poter stare all’interno della comunità, i sopravvissuti devono lasciare ogni arma, che possono prendere però ogni volta che vogliono uscire. Proprio in questo momento vediamo la prima mossa della strategia di Carol. Finge di riuscire a fatica a togliersi il fucile dal collo, come dopo, durante le “interviste” che Deanna terrà ai vari personaggi – per capire che persone sono e assegnarli un lavoro di conseguenza – fingerà di essere una donna fragile, debole, che è riuscita a restare in vita soltanto grazie all’aiuto degli altri. Ma noi sappiamo benissimo che non è affatto così.

Aaron conduce Rick e Carl davanti a due case che saranno assegnate a tutto il gruppo. Inizialmente, per diffidenza sia da parte dell’ex sceriffo, ma anche di Carol e Daryl, si sistemeranno solo in una casa, per evitare di essere divisi e rischiare di indebolirsi. Qui tutti (o quasi) ne approfittano per darsi una ripulita, e certamente il cambiamento più drastico è quello di Rick, che si sbarazza una volta per tutte della folta barba che ormai nascondeva buona parte del suo viso da parecchio tempo. La scena davanti allo specchio ricorda molto quella di Shane nella seconda stagione (“Sopravvivere”), quando l’uomo si taglia i capelli per nascondere la ferita alla testa provocatagli da Otis quando lo uccise. I momenti si somigliano, ma c’è una netta differenza di significato: quello di Shane, rappresenta l’inizio della sua perdita di umanità, mentre per Rick segna una sorta di ritorno ad essa. E anche noi torniamo un po’ indietro nel tempo, a vederlo di nuovo sbarbato e con i capelli corti (grazie all’aiuto di Jessie, un nuovo personaggio che prende vita direttamente dai fumetti), ci sembra tanto il Rick della prima stagione, solo con un passato molto più cupo e travagliato.

The Walking Dead 5x12: Remember (Benvenuti), la recensione

Come già accennato, i personaggi vengono sottoposti a delle sorte di “interviste” da parte di Deanna, che cerca così di capire chi ha davanti per poter poi assegnare a tutti dei compiti. Ancora una volta, vediamo i nostri protagonisti approcciarsi in modi totalmente differenti a questo nuovo stile di vita: c’è Carol che “recita” la parte della persona meno pericolosa al mondo, mentre Daryl mostra apertamente la sua diffidenza verso tutto e tutti, tanto da essere l’unico a non essersi ancora fatto la doccia, a dimostrare proprio di non volersi “conformare” al nuovo stile di vita ma soprattutto per non darla franca a queste nuove persone di cui non sanno ancora niente. Michonne invece sembra voler dare a tutti costi una chance a questo posto. Ha davvero bisogno di ricominciare, di stabilità, di ritornare a vivere davvero, tanto che vuole che Deanna le assegni un lavoro, per farla sentire di nuovo qualcuno. Rick continua ad essere vigile e protettivo, ma al tempo stesso si lascia andare: accetta il lavoro offertogli da Deanna – ovvero, lo rivediamo di nuovo nei panni (o, per meglio dire, nella divisa!) di poliziotto, lo stesso lavoro poi offerto a Michonne – e infine decide che possono sistemarsi ognuno a casa propria, ma ovviamente la parte più istintiva e cauta di lui affiorano di tanto in tanto.

Glenn, Tara e Noah nel frattempo fanno la conoscenza di Aiden, il figlio di Deanna, che si occupa delle uscite fuori Alexandria, per perlustrare e fare rifornimenti. Il ragazzo però mostra subito di non sapere come comportarsi fuori dalle mura della sua città, e tanto meno come guidare un gruppo, al punto che lui e Glenn arrivano a discutere e a picchiarsi. Qui forse riusciamo a capire, forse per la prima volta, il motivo per cui Deanna voleva delle persone che avessero vissuto all’esterno: hanno bisogno di persone che sappiano come destreggiarsi là fuori, in mezzo ai vaganti, persone che esercitino una certa autorità sugli altri e che possano proteggere gli altri in caso di pericolo.

Vediamo anche Carl che cerca di ambientarsi in questa nuova città, non senza difficoltà. Anzi, il vero momento in cui sia lui che suo padre sembrano sentirsi a loro agio, è quando insieme uccidono un gruppo di vanganti vicino alla casa dove Rick aveva nascosto la pistola (che oltretutto, è sparita), proprio a dimostrare che hanno passato talmente tanto tempo a vivere in quel modo, che sembra che solo così riescono a sentirsi di nuovo loro stessi. Un po’ come quando Andrea, nella terza stagione, scese dal muro di Woodbury per uccidere con le sue mani uno zombie, infrangendo le regole.

Sia Carl che Carol esprimono la loro preoccupazione sul fatto che, stando ad Alexandria con quelle persone, rischiano di indebolirsi, di diventare deboli proprio come lo sono questi abitanti. Ma Rick è sicuro che ciò non accadrà. Non dopo quello che hanno passato, non dopo quello che hanno affrontato. Ed è proprio ora che svela quello che forse tramava fin dall’inizio. Se queste persone riusciranno a far funzionare le cose ad Alexandria, bene, altrimenti ci penseranno loro a impossessarsi della città. Il suo accondiscendere alle regole del posto quindi pare solo una copertura, come quella di Carol, per poter avere libero accesso al potere nel caso esso sfugga di mano a Deanna. Che la situazione si sia ribaltata, e i nostri protagonisti siano, per la prima volta, i “cattivi” di turno?

Di Samantha Cavallini

Il fantasy e i mondi fantastici sono la sua passione. Tutto ciò che permette di farla entrare in posti fuori dall’ordinario per farle vivere sensazioni nuove e allontanarla dalla monotonia di tutti i giorni è ben accetto. Tutto questo grazie alle pagine di Tolkien, che le hanno fatto scoprire questo immenso e meraviglioso universo.

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