Lunedì 9 febbraio, come sempre a solo un giorno di distanza dalla premiere americana, è andato in onda il nono episodio della serie tv creata da Frank Darabont e ispirata ai fumetti di Robert Kirkman. The Walking Dead è tornato dopo la pausa che ha seguito all’episodio 5×08 durata un paio di mesi, un ritorno decisamente sconvolgente.
In “Non è finita” (“What Happened and What’s Going On” in originale) sembra di vivere, quasi per tutto il tempo, in un stato tra realtà e sogno, coscienza e incoscienza, vita e morte.
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
La puntata si apre in modo particolare: ci sono diverse sequenze che appaiono quasi scollegate tra loro, ma tutto farebbe pensare che il nostro gruppo di sopravvissuti abbia seppellito Beth, mentre padre Gabriel celebra il funerale. Vediamo anche Maggie piangere. Ma poi, nella serie di immagini proposte, ci vengono mostrate le sorelle Lizzie e Mika, e quello doveva essere un bel monito per gli spettatori. Ma chi si aspettava dove sarebbero andati a parare?
Rick, insieme a Tyreese, Michonne e Glenn decidono di accompagnare Noah a casa propria, dove Beth stessa si era ripromessa di portarlo, lasciando il resto del gruppo alla guida di Carol, con cui Rick si tiene in contatto via radio. Lo scenario che trovano in questa cittadina è quello di distruzione, avvenuta forse a causa dei vaganti, forse a causa di qualcun altro o qualcos’altro. Ci sono delle scritte sui muri, e dei segnali su cui ogni tanto l’inquadratura indugia che forse vogliono lasciarci degli indizi per le prossime puntate, come la scritta “wolves not far”. Ci sono anche dei rimandi alla storia cartacea, che di sicuro i lettori avranno notato, come Glenn che raccoglie una mazza. È già la seconda volta che questo personaggio viene accostato a un oggetto simile questa stagione (la prima volta lo vediamo nella Season Premiere). Che ci vogliano anticipare l’arrivo di un particolare personaggio?
Trovare il luogo sopraffatto scatena emozioni diverse nel nostro gruppo. Rick e Glenn che non ci speravano più di tanto, rimangono alquanto impassibili, mentre Michonne, la dura guerriera armata di katana, che non si è mai fermata davanti a niente o a nessuno, comincia a mostrare i primi segni di cedimento, di rassegnazione. Non può e non vuole continuare quella vita, basata solo sul vivere alla giornata, combattere e sopravvivere. Vuole trovare un posto dove poter cominciare a vivere, un posto come era la loro prigione. Washington a questo punto sembra la soluzione più ovvia: anche se Eugene ha mentito sulla cura, come abbiamo scoperto in “Sabotaggio” (“Self Help”, 5×05), aveva scelto quella città perché credeva che lì ci fossero più possibilità di sopravvivere rispetto a qualunque altro luogo. Perché non provarci, dunque?
Nel frattempo Noah, sconvolto per la scoperta della cittadina distrutta e la morte della sua famiglia, si reca nella casa dove abitava, seguito da Tyreese. Ma sarà proprio in quella casa che si decreterà il destino di uno dei due. In un momento di distrazione infatti, Ty viene morso al braccio da uno dei fratellini gemelli di Noah, trasformatosi in zombie. Noah corre a cercare aiuto, mentre Tyreese comincia un viaggio mentale al limite tra la vita e la morte.
Allora cominciano a legarsi insieme sequenze già viste, con quelle che ancora dovevano esserci mostrate. Tyreese, nel suo delirio causato dal morso, vede persone ormai morte che hanno in qualche modo rappresentato per lui dei momenti cruciali nell’ultimo periodo della sua vita. Vede Martin, l’uomo di Gareth che aveva picchiato a sangue ma che non era riuscito ad uccidere, fatto fuori in un secondo momento da sua sorella Sasha. Vede anche Bob, il ragazzo morto di quest’ultima. Ma ci sono anche le sorelle Samuels, Beth e addirittura il Governatore. Non è un caso se vede proprio loro. Martin è stato risparmiato da Tyreese e così si è riunito al gruppo di Gareth, Bob era il ragazzo della sorella ed è stato preso proprio dal gruppo dei cannibali. Mika e Lizzie hanno rappresentato il viaggio verso Terminus che si è rivelato un incubo senza fine. Beth è stata uccisa dopo aver seguito il piano proposto da Ty, un piano comunque sia riuscito, ma che ha avuto un esito del tutto inaspettato. Il Governatore rappresentava l’uomo a cui Tyreese aveva promesso di prestare servizio, prima di scoprire che orribile persona fosse. Ognuno di loro dice la propria, ognuno di loro vuole convincerlo di una cosa o l’altra, farlo sentire in colpa (Martin, il Governatore) oppure rincuorarlo (gli altri). Per la prima volta lo spettatore può assistere alla sofferenza di un uomo condannato a morte dal suo punto di vista, immedesimarsi, soffrire con lui. L’interpretazione di Chad Coleman, davvero toccante, merita certamente dei punti a suo favore. Spettacolare l’inquadratura che vede Tyreese puntare il suo dito e braccio insanguinato verso il Governatore, per affrontarlo ancora un’ultima volta.
Rick e Glenn si prendono un momento per riflettere su ciò che hanno trovato, o meglio non hanno trovato. Se veramente avessero sperato, anche solo per un momento, di trovare quel posto accogliente, sicuro. Rick rivela di aver accompagnato Noah lì perché Beth voleva farlo, per onorare in qualche modo la sua memoria, ma anche per provare a dare al gruppo un briciolo della speranza ormai perduta. Riflette poi su quello che è successo all’ospedale, dicendo di aver compreso che Dawn non voleva spararle, ma a Rick questo non importava, quello che pensava era se avesse importanza ucciderla o meno. Glenn invece capisce di aver cambiato la prospettiva di vedere le cose. Se a Terminus aveva fatto fermare il gruppo per liberare quell’uomo nel container, adesso non ci penserebbe due volte: andrebbe avanti, non farebbe fermare nessuno. Ormai sono loro, e loro soltanto. Sembra quasi che non ci sia spazio per nessun altro che non sia con loro. Perché non si sa mai fino in fondo con chi ci si trova davvero a che fare.
Noah riesce ad avvertire gli altri di quello che è appena successo a Tyreese, ma il loro intervento si rivela inutile. Gli tagliano il braccio, morso una seconda volta da un altro vagante, ma ciò sembra non bastare. Una volta saliti in auto per cercare di raggiungere gli altri e soccorrerlo, Ty sente di nuovo una trasmissione radio, che si era presentata più volte nelle sue allucinazioni, e che tratta di strani fatti di violenza e cannibalismo (curiosità: nella versione originale, la voce del giornalista inglese che legge le notizie è di Andrew Lincoln, che interpreta Rick Grimes nella serie, sfoggiando il suo vero accento britannico). È arrivato il momento di spegnerla. E allora quel viaggio in auto si rivela l’ultimo di Tyreese, che in compagnia di Bob, Beth e Lizzie e Mika lascia per sempre questo mondo.
Capiamo infine che il funerale che ci viene mostrato a morsi e bocconi a inizio episodio è proprio quello di Ty, colui che non era riuscito a mettere da parte la sua umanità nel momento del bisogno e che, purtroppo, è stato quello che ne ha decretato la fine. Da brividi sono i titoli di coda, che invece di essere accompagnati dalla solita musica della sigla iniziale, sono accostati al rumore della pala che Rick usa per coprire la tomba dell’amico con la terra.
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