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The Walking Dead 5×05: Self Help (Sabotaggio), la recensione

Questa quinta stagione di The Walking Dead, la serie tv creata di Frank Darabont e basata sui fumetti di Robert Kirkman, continua a regalarci episodi incredibili ogni settimana. “Sabotaggio” (“Self Help” in originale) è il titolo della scorsa puntata, andata in onda il 10 novembre in Italia, a meno di 24 ore dalla diretta americana.

Questo episodio segue le vicende di Abraham e del suo gruppo, che come ricorderete avevano lasciato Rick e gli altri in “Un tetto e quattro mura” (Four Walls and a Roof”, 5×03) per dirigersi verso Washington e permettere così a Eugene di salvare il mondo.

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

Il loro viaggio però si rivela tutt’altro che semplice. Il loro mezzo di trasporto, il minibus trovato alla chiesa, si distrugge in men che non si dica, costringendoli a spostarsi di nuovo a piedi, a trovare rifugi momentanei e improvvisati, tendendo sempre a mente la missione come prima cosa. Non si torna indietro, si può solo andare avanti, questo dice il sergente, e gli altri non possono far altro che acconsentire. Ed è proprio il personaggio di Abraham che più viene esplorato in questo episodio. La sua relazione con Rosita comincia a mostrarsi più concretamente, ma ciò che più ci colpisce sono i piccoli flashback, che balzano qua e là durante i 43 minuti del telefilm, in cui pian piano ci viene rivelato cosa ha dovuto passare quest’uomo, quanto ha perso, a cosa ha dovuto rinunciare. Ha fatto di tutto pur di proteggere la sua famiglia, sua moglie Ellen e i suoi figli, AJ e Becca, ma questo non era stato compreso da loro. La brutalità dell’uomo, le cose che era arrivato a fare pur di tenerli al sicuro, non aveva fatto che allontanarli, fino al punto in cui hanno preferito scappare piuttosto che stare con lui. Ma scappare non era servito, anzi, li ha portati a un destino ben peggiore. Devastato dal dolore vuole di unirsi a loro, infilandosi una pistola in bocca per farla finita una volta per tutte, ma inaspettatamente, qualcosa gli fa cambiare idea. E così ci viene mostrato il primo incontro tra Abraham e Eugene – che non smentendosi mai – fugge impaurito da un gruppo di vaganti, chiedendo aiuto al sergente, e rivelandoli poi che lui ha una missione importante da compiere.

Eppure, la missione di Eugene non di rivela per quella che lui voleva far credere. Dopo aver confessato a Tara di essere stato lui a manomettere il minibus, una notizia ancora più sconvolgente lascerà senza parole i nostri protagonisti. L’uomo non è colui che tutti credevano. Se i lettori del fumetto potevano già immaginare cosa nascondesse il caro Eugene, non meno sospetti avevano anche chi segue solamente la serie tv. Quest’uomo un po’ buffo, dalla pettinatura strana e dal modo di parlare altrettanto strano, non la raccontava giusta fin dalla sua apparizione, e il suo voler costantemente tenere tutti all’oscuro della cura aggiungeva diffidenza nei suoi confronti. Scopriamo, insomma, che Eugene non è uno scienziato. Non esiste una cura – o meglio, lui di certo non la conosce, qualora effettivamente ci fosse – e non ha la minima idea di come fermare l’epidemia. Sa solo che deve arrivare a Washington, perché lo ritiene il posto più sicuro per sopravvivere, e lui vuole sopravvivere. E soprattutto, non vuole rimanere solo. Sapeva che se non avesse inventato questa scusa, nessuno lo avrebbe accompagnato lì (e lui da solo ovviamente non poteva arrivarci) e temeva che nessuno lo avrebbe protetto.

La reazione di tutti è immaginabile, ma la più violenta è certamente quella di Abraham: il sergente, con questa missione, si era dato uno scopo, qualcosa per cui lottare ed andare avanti dopo aver perso le persone più importanti della sua vita. Ma ora, ora che la missione non esiste più, cosa fare?
Eugene viene colpito violentemente da Abraham, tanto da farlo cadere a terra. Adesso tutti ci chiediamo se sopravviverà, e nel caso, cosa ne sarà di lui? Lo vorranno con loro, oppure lo abbandoneranno?

Un episodio emozionante, senza dubbio. Unica pecca: i personaggi di Glenn e Maggie stanno rimanendo un po’ troppo di sfondo, in questa quinta stagione. Probabilmente, per dare maggior spazio a personaggi di cui ancora sapevamo poco, li stanno sacrificando un po’, ma speriamo che tornino attivi al più presto!

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