È stato un grande ritorno quello di The Walking Dead, la serie tv creata da Frank Darabont e tratta dai fumetti di Robert Kirkman, la cui quinta stagione è tornata in onda il 13 ottobre su FOX, a meno di 24 ore dalla diretta americana.
L’episodio, intitolato “Preda e cacciatore” (“No Santuary” in originale), è stato di sicuro la premessa per una stagione ricca di azione, ma non solo.
Non saranno stati delusi infatti gli amanti del lato più crudo della serie, ma nemmeno coloro che apprezzano maggiormente la sua parte emotiva, che è fondamentale in The Walking Dead, se non l’aspetto alla base di tutto. Questa Season Premiere ci ha offerto l’uno e l’altro.
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Avevamo lasciato i nostri protagonisti in balia della gente di Terminus, rinchiusi in un vagone da cui sembrava non ci fosse via d’uscita. Ben presto però Rick, Daryl, Glenn e Bob devono fare i conti con il lato ancora più oscuro che si cela dietro questi individui, che uccidono a sangue freddo i loro prigionieri – tra i quali rivediamo Sam, il ragazzo incontrato da Carol e Rick nella quarta stagione (“Indifferenza”, 4×04).
Nel frattempo Carol, Tyreese e la piccola Judith si stanno avvicinando sempre di più a Terminus, inconsapevoli di quello a cui stanno andando incontro, ma non per molto. Una volta intuito che i loro amici potrebbero essere in pericolo, Carol non esita un attimo, rivelandosi ancora per la donna forte che è. È lei che riesce a farli fuggire, è lei che li salva, e questo – almeno per il momento – va al di là di ciò che ha attraversato con Rick, il quale non appena la vede l’abbraccia e le sussurra un “grazie“. Magari non sarà la soluzione a tutto, magari ci vorrà qualche altro scambio tra i due per capire se veramente ogni dissapore sia stato superato, ma una cosa è certa: Carol è con loro adesso, la vogliono lì con loro, e questo è già abbastanza. Daryl, che appena la vede non ci pensa un attimo e corre da lei, l’abbraccia e scoppia in lacrime, dimostra quanto – forse per la prima volta – non avesse mai accettato la decisione di Rick di allontanare la donna dal gruppo, e la gioia che prova nel comprendere che Carol è viva e che è grazie a lei se lo sono anche loro, è evidente e tangibile.
Ovviamente le riunioni non finiscono qui: mancano ancora l’incontro tra Rick, Carl e Judith e quella tra Sasha e Ty, ma è giusto prima soffermarsi su alcuni punti.
Mentre Carol va a distruggere Terminus, Tyreese rimane solo con Judith e un prigioniero, uno dei membri di questo fantomatico rifugio. Ed è proprio qui che vediamo un Tyreese cambiato, e come biasimarlo. Dopo la morte di Mika da parte della sorella Lizzie, l’uccisione di Lizzie da parte di Carol, la confessione di quest’ultima di aver assassinato Karen e David, è comprensibile che non voglia vedere altre morti. Ma qui siamo a The Walking Dead, in cui uccidere è ormai indispensabile, se si vuole sopravvivere. E questo lo realizza in fretta.
Se facciamo un passo indietro e ripensiamo a come all’inizio l’uccisione di un altro essere vivente era inconcepibile, sembra incredibile il cambiamento che i protagonisti hanno fatto. La morte dell’altro adesso sembra l’unica via per essere certi di sopravvivere. Perfino Rick, il “poliziotto gentile”, ha cambiato drasticamente modo di vedere le cose: quelli di Terminus vanno uccisi perché non meritano di vivere, e lo stesso capiterà a chiunque si metterà contro di loro. Ormai più nessuno esita a mettere fine alla vita di un’altra persona, se questo significa far continuare a respirare uno dei propri compagni. Anche Glenn, che per un momento ricorda a tutti che loro sono ancora umani, deve cedere al suo lato più violento.
Ritornando alle parti più felici della puntata, il ricongiungimento della famiglia Grimes è di sicuro di grande importanza. Un padre che credeva di aver perso la sua bambina, la figlia della defunta moglie, e un ragazzino che aveva pianto la morte della sorellina, adesso hanno nuovamente un motivo per sorridere, per credere che in un modo o nell’altro un barlume di speranza lo si riesce a trovare. Almeno per ora.
Mentre molte delle domande trovano risposta in questa prima puntata della quinta stagione, altre rimangono ancora sospese – per esempio, Eugene è davvero chi dice di essere, o nasconde qualcos’altro? – mentre ne sorgono di nuove. A inizio e fine puntata, due flashback ci danno un assaggio su ciò che è accaduto in passato a Terminus. Come dice Mary, la donna che nella quarta stagione (“Noi“, 4×15) accoglie Maggie, Glenn e gli altri, quel posto era inizialmente un rifugio, ma ha dovuto mutarsi in qualcosa di più terribile per non essere sopraffatto. Ma allora, è legittimo fare quello che stavano facendo, solo per non cadere nuovamente in mani sbagliate? È giusto fare il “macellaio” per non finire “bestiame”? Qualcosa mi dice che il nostro gruppo dovrà vedersela con Gareth e i suoi, ancora una volta.
Una nota particolare va alla nuova sigla, che apre lo show. Ovviamente quella della quarta stagione non poteva essere “riciclata”, visto che la prigione non è più il teatro principale degli eventi narrati. Bellissimo l’accostamento dei nomi degli attori con il loro “elemento”, quello che li contraddistingue: Andrew Lincoln (Rick Grimes) associato alla pistola, Norman Reedus (Daryl Dixon) alla giacca, Steven Yeun (Glenn Rhee) all’orologio donatogli da Hershel e Melissa McBride (Carol Peletier) al coltello. Escluso Carl, sono i personaggi del gruppo originale di Atlanta. Coincidenza? (Anche ad altri attori sono abbinati alcuni simboli, ma non sono così caratteristici come quelli citati).
Per i più pazienti, dopo i titoli di coda di questa puntata c’è una sorpresa (e se non siete stati tra quelli, correte a recuperare!): una scena in cui viene mostrato Morgan, la prima persona che Rick incontra dopo essersi svegliato in ospedale nel Pilot e che aveva ritrovato nella terza stagione ( “Ripulire”, 3×12). Lo vediamo davanti al cartello con le indicazioni per Terminus che Rick ha corretto – sebbene la scena presuppone che sia passato del tempo da quel momento – , e poi notiamo un segno su un albero. Che cosa significherà? E soprattutto, come mai Morgan si trova proprio là? Non ci resta che attendere il prossimo episodio per scoprirlo!
Di giochi basati su Pathfinder, il famoso gioco di ruolo in linea con Dungeons&Dragons, se…
Il campione nazionale del torneo di Mortal Kombat, svoltosi nel 2019, ha rilasciato un'intervista esclusiva.…
Warner pianifica il futuro cinematografico dopo la fusione con Discovery: il prossimo Superman sarà un…
Il remake di The Last of Us part I sta per uscire ed esiste un…
Lo sviluppatore americano Rob Hale ha deciso di regalare i suoi videogiochi poco prima di…
L'industria videoludica italiana continua a crescere e comincia a farsi largo in quella mondiale: Aftermath…