Tornerà il 9 febbraio negli USA, e il 10 in Italia, la seconda parte della quarta stagione di The Walking Dead, la serie televisiva sugli zombie più famosi della tv ideata da Frank Darabont e basata sull’omonima serie a fumetti scritta da Robert Kirkman.
L’ultima puntata prima della pausa natalizia ha segnato in modo profondo la serie. Cosa è successo? Scopriamolo insieme nella recensione dell’ottavo episodio, dal titolo Too Far Gone (Indietro non si torna).
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Se questa quarta stagione è partita con un ritmo un po’ più lento del solito, siamo stati sicuramente ricompensati in quest’ultima puntata della midseason, che ci ha lasciati tutti con un sacco di domande e interrogativi che ci auguriamo verranno svelati nelle prossime puntate.
Ciò che più ha segnato l’episodio è stata la morte di uno dei personaggi più importanti di The Walking Dead, ovvero Hershel Greene. Colui che era diventato un punto di riferimento per tutti, soprattutto per Rick, viene freddamente assassinato dal villan di cui tanto ci eravamo domandati dove potesse essere, e in risposta ci sono stati regalati due episodi interamente dedicati a lui.
Come se la morte del personaggio interpretato da Scott Wilson non avesse reso la puntata già abbastanza malinconica e tragica, un altro evento caratterizza questa puntata. I nostri protagonisti si trovano ora divisi e senza rifugio. La battaglia tra il gruppo di Rick e quello dei sopravvissuti del Governatore ha al momento reso la prigione il luogo meno sicuro per tutti, costringendo quindi i superstiti alla fuga. Con questa mossa hanno preso tutti direzioni diverse, facendo intuire che la prossima parte di stagione ci mostrerà gli spostamenti di ognuno di questi gruppi, che si muoverà nella speranza di trovare un posto sicuro e soprattutto di ritrovare i vecchi amici.
Tutto questo porta certamente ad un drastico cambio di ambientazione: eravamo ormai abituati alla prigione dalla terza stagione, ma adesso è solo un lontano ricordo. Che adesso il gruppo di Rick debba tornare sulla strada in cerca di un luogo che tenga lontani i vaganti e le altre persone? Pare proprio di sì, e questo di sicuro darà un bello scossone alla trama e allo scenario.
In questa puntata non sono certo mancate delle magnifiche interpretazioni da parte degli attori. Finalmente vediamo tornare il vecchio Rick, il “leader”, colui che farebbe di tutto pur di mettere in salvo la sua gente, e di cui tutti si fidano ciecamente. La disperazione poi del protagonista nel trovare il seggiolone della bambina Judith sporco di sangue non fa che stringerci il cuore. Philip/Brian ha invece mostrato ancor di più la sua follia, la sua brama di vendetta, il suo odio cieco. Non c’è più umanità in lui, non può tornare indietro ormai. Ha fatto troppe cose terribili, ma per la gioia di noi spettatori il Governatore trova in questa puntata la fine che merita. Ed era ora! Non c’è stata morte più dolce in The Walking Dead prima di questa (beh sì, magari anche quella di Shane!).
Altre questioni sono rimaste però irrisolte: chi è lo psicopatico che prima nutre i vaganti, e poi disseziona un coniglio? C’è forse qualcuno tra il gruppo da cui dobbiamo aspettarci un tradimento, o un colpo di scena? Anche Carol rimane un mistero. In questo episodio non si è vista, e non sappiamo assolutamente niente di dove possa essere. Che abbia trovato un posto sicuro? Un vero posto, dove poter vivere e non solamente sopravvivere?
Attendiamo le nuove puntate, sperando che possano rispondere alle tante domande che questo episodio ha portato con sé.