Il primo grande evento estivo sul mondo del gaming, il Summer Game Fest, è stato al di sotto delle aspettative: è questo il futuro?
La cancellazione dell’E3 aveva fornito al Summer Game Fest la possibilità di diventare il nuovo appuntamento di riferimento per il mondo del gaming. Un’occasione che è stata completamente fallita in questo 2022. Lo show, durato quasi 2 ore, ha presentato al pubblico poche novità e quelle che sono state mostrate non sono state in grado di generare grosse aspettative per il futuro.
I momenti più alti dello show sono stati il nuovo gameplay di The Callisto Protocol, già comunque presentato allo State of Play di Sony qualche giorno prima, il trailer di presentazione di Layers of Fear, davvero d’impatto e d’atmosfera anche se non ha mostrato nulla di concreto sul gameplay, e l’annuncio del Remake di The Last of Us Part I. Il resto dello show è stato occupato da filmati di gameplay di giochi già annunciati e reveal poco interessanti. Compreso il nuovo Call of Duty è sembrato sotto tono e non ha mostrato nulla di realmente interessante.
Lo show è stato privo di veri e propri squilli, di annunci che potessero mostrare cosa devono aspettarsi nel futuro i giocatori. Ma ciò che preoccupa maggiormente è stata la presenza di titoli che sono per la maggior parte cross gen, il che implica che non sfruttano a pieno gli hardware di nuova generazione. Un compromesso accettabile nei primi due anni di next gen, ma che lo diventa sempre meno con il passare del tempo.
Summer Game Fest, dov’è il futuro del gaming?
In un 2022 in cui sono per il momento usciti solo due giochi veramente al di sopra della media – Elden Ring e Horizon Forbidden West – ed in cui si attendono notizie sull’altro grande titolo (God of War Ragnarok), si è parlato molto, forse troppo, di futuro ipotetico. Microsoft ha mostrato i piani di espansione del Game Pass a tutte le piattaforme, compresi i televisori, Sony ha parlato del VR (che non ha ancora una data d’uscita) e sono addirittura uscite voci sulle possibili console mid-gen. Ma che senso ha parlare di periferiche, servizi e nuove console se non si sfrutta nemmeno ciò che al momento c’è sul mercato?
A questo punto la speranza è che lo show Xbox e Bethesda non si limiti a mostrare un’altra carrellata dei titoli che usciranno al day one sul game pass, ma che presenti qualcosa di nuovo e soprattutto concreto. Ci sta che venga annunciato qualche altro titolo in sviluppo (ne hanno già annunciati circa 15-20 da quando hanno iniziato a fare marketing per Xbox Series X), ma è giunto il momento che mostrino approfonditamente qualcosa di ciò che hanno in cantiere e che offrano un piano di pubblicazioni che sia denso, ma soprattutto che sia reale (le date a lunga scadenza sono state tutte rinviate).
Allo stato attuale delle cose su Xbox in questo 2022 non è prevista alcuna uscita esclusiva di spessore: niente è uscito in questi mesi e niente è previsto per i prossimi. Tutto sembra rimandato al 2023, ma potrebbero e dovrebbero esserci sorprese in tal senso. Qualora però non ci fossero, è bene che Microsoft dimostri di avere più di un titolo pronto per il prossimo anno.
Quasi lo stesso discorso va fatto per Sony. Bene lo State of Play in cui hai annunciato la data d’uscita di Resident Evil 4 Remake e quella di Final Fantasy XVI, bene anche aver fatto capire che oltre a God of War Ragnarok e For Spoken nei prossimi mesi ci sarà anche il remake di The Last of Us, però due sole esclusive (per altro probabilmente temporali) per il prossimo anno sono poca roba.
Una generazione finora priva di veri capolavori
La situazione attuale impone una riflessione: ha davvero senso comprare hardware di nuova generazione se mancano i titoli ad essi dedicati? Questa nuova generazione di console è partita in un periodo storico complicato, in cui la pandemia ha generato un blocco della catena di distribuzione e produzione, portando di conseguenza ad un ritardo di titoli unicamente dedicati alle nuove console.
Che il problema sia stato reale lo dimostra non solo il continuo sold out di tutte le Playstation e Xbox che vengono immesse sul mercato, ma anche il fatto che Sony è stata costretta a fare marcia indietro per non perdere profitto. Inizialmente, infatti, la compagnia nipponica aveva intenzione di fare uscire tutte le grosse esclusive solo su Playstation 5, ma l’impossibilità di vendere console a ritmo regolare ha convinto la compagnia giapponese ad optare per titoli cross gen.
Ciò non toglie che i primi due anni di questa generazione siano stati privi di veri e propri capolavori esclusivamente dedicati alle nuove console. Nella scorsa, infatti, nei primi due anni erano usciti titoli del calibro di The Witcher 3 e Bloodborne, due ip che ancora oggi vengono considerate tra i migliori giochi mai creati. Ma sul mercato c’erano anche titoli validissimi come Arkham Knight, Alien Isolation, Fallout 4 e Dying Light.
Se è vero che di titoli validi ne sono usciti in questi due anni (Returnal, Forza Horizon 5, Ratchet and Clank Rift Apart), è vero anche che è mancato il capolavoro in grado di diventare un punto di riferimento per la generazione attuale. Potrebbe essere considerato Elden Ring, ma non solo il videogame From Software è cross gen, è anche tecnicamente un gioco della vecchia generazione sotto tutti gli aspetti.
Il mercato videoludico si è appiattito: occorre una scossa
Parlando poi del terzo anno dell’ottava generazione, le prospettive erano quelle di mettere le mani su Uncharted 4, Dishonored 2, The Last Guardian, Watch Dogs 2, Dark Soul III, Final Fantasy XV, Deus Ex Mankind Divided, Overwatch e Quantum Break. Il terzo anno di questa al momento vede solo la prospettiva di poter giocare Resident Evil 4 Remake (che per quanto bello è pur sempre un remake), Final Fantasy XVI, Starfield e Redfall. Il paragone al momento è impietoso.
Forse è giunto il momento che i grandi producer pensino principalmente a immettere sul mercato giochi che possano lasciare il segno, invece che pensare ad ingrandirsi con nuove acquisizioni e progettare un futuro lontano in cui non sappiamo ancora quale sarà la qualità delle ip che verranno rilasciate. Ben venga l’abbassamento dei costi, ben venga un mercato inclusivo, ma solo se questo non comporta l’abbassamento della qualità e la mancanza di vera originalità e innovazione nel settore.
Attualmente la sensazione è di forte disappunto per un futuro prossimo vuoto e privo di videogame in grado di generare sincera attesa e non hype fittizio sulla base di brand, promesse e blasone. La speranza è di essere smentiti già domenica sera, quando Xbox illustrerà il prossimo anno e il futuro della sua console e del suo servizio. Ma anche che nei prossimi mesi aziende come EA, Ubisoft, Bandai Namco e Take Two possano mostrare qualcosa di realmente interessante. Ed infine che Sony possa fare un altro State of Play in cui dimostri che il 2023 è meno vuoto di come appare finora.