La presunta opinione di uno sviluppatore Bethesda su Starfield ha generato un caos sul web: cosa c’è di vero su quanto detto?
Starfield è da circa due anni il pomo della discordia per molti utenti web. Il titolo di Bethesda è stato prima al centro delle discussioni per la presunta release anche su Playstation 5 dopo l’acquisizione di Zenimax da parte di Microsoft. Della questione si è parlato a lungo e anche Phil Spencer, capo degli Xbox Game Studios, ci ha giocato sopra rilasciando dichiarazioni che volutamente lasciavano la porta aperta alla speranza per generare interesse sull’argomento stesso.
Già questo “rumore” per nulla era sì frutto della Console War, ma anche della cultura dell’hype. Il primo è un fenomeno ben noto e vecchio quanto il mercato console stesso, che prima le stesse compagnie fomentavano e che adesso condannano ufficialmente ma che al contempo alimentano con le mosse di mercato e i proclami continui su questa caratteristica o su quella esclusiva. Il secondo fenomeno è più recente e riguarda una campagna pubblicitaria fatta di notizie, rumor, indiscrezioni e dichiarazioni che puntano ad alimentare le aspettative della community.
Gli utenti scafati e che conoscono questo mondo hanno già capito da un pezzo che prima di gridare al capolavoro c’è bisogno di provare con mano un titolo, i più giovani invece si lasciano trasportare dall’entusiasmo pur non avendo in mano nulla e non avendo visto di cosa si sta parlando.
Starfield diventa emblema di entrambe le cose nel momento in cui è diventato in quel periodo il titolo che genera invidia nella concorrenza senza che si sappia nulla sullo stesso. Ad oggi, a sei mesi dall’uscita sul mercato del videogioco è stato pubblicato un teaser trailer in cui si vede un’astronave ed un pezzo di pianeta in CGI e qualche artwork che non rappresenta la qualità finale del titolo.
Su Starfield la comunità videoludica è totalmente in blind, eppure oggi si tratta di uno dei titoli più attesi dell’anno. A generare questa attesa è semplicemente il nome dello sviluppatore – Bethesda – e l’acquisizione del titolo da parte di Microsoft. Quanto accaduto qualche giorno fa, ovvero la condivisione su Resetera delle dichiarazioni di un presunto ex sviluppatore di Bethesda, non è altro che l’ennesimo tentativo di alimentare l’hype del pubblico in un periodo in cui ancora non si sa nulla sul gioco.
Il presunto sviluppatore ha di fatto detto che il sistema di illuminazione è bello ma non al livello dei migliori titoli presenti sul mercato, che il motore grafico non è nulla di eccezionale e che volare fa schifo. Però ha detto che il sistema di combattimento è appagante e che Bethesda ha talmente tanti contenuti che per farlo uscire entro novembre ne dovrà tagliare molti.
Ovviamente le dichiarazioni hanno generato una faida tra le varie fazioni, con utenti Sony che sfottevano la concorrenza e gioivano per le novità negative sull’esclusiva della concorrenza e utenti Xbox che ovviamente negavano che queste dichiarazioni fossero credibili. Chiaramente è giunta la smentita da parte della compagnia, con Todd Howard (boss di Bethesda) che pare le abbia apostrofate come “ca***te”.
Il tutto è uscito a circa un mese di distanza dalla conferenza Xbox e Bethesda nella quale è ovvio che verranno mostrati i primi contenuti riguardanti il gioco. Adesso l’attenzione su Starfield è di nuovo massima e milioni di persone non vedono l’ora di capire quanto ci sia di vero e falso nelle dichiarazioni uscite qualche giorno fa. Una situazione del genere accende le aspettative e potrebbe causare un pesante contrappasso sul successo del titolo. Qualora qualcosa non dovesse essere perfetto o semplicemente come il pubblico si attende, Starfield verrà bocciato anche se fosse un titolo degno di nota.
Esempi simili ce ne sono stati parecchi in questi anni, il più noto dei quali è sicuramente Cyberpunk 2077. Il videogame di CD Project Red era considerato un capolavoro prima ancora che uscisse un filmato di gameplay e quella è stata la percezione comune finché non è uscito. Il caos successivo è stato generato proprio dal fatto che alla fine il pubblico si è trovato davanti qualcosa di differente da ciò che si aspettava (in questo caso anche per colpa dello sviluppatore).
Un simile approccio ai videogame è veleno per il mondo stesso che amiamo tanto. La colpa non è solamente di internet e delle riviste specializzate come spesso si dice, ma anche delle stesse compagnie che sfruttano questo fenomeno per vendere anche a discapito del futuro dell’ip. Il consiglio all’utenza è quello di aspettare prima di giudicare un gioco, di avere un approccio critico e di valutarne l’acquisto solo dopo che si hanno tutte le informazioni necessarie a capire se questo titolo fa per loro.
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