GSC Game World, studio di sviluppo ucraino dietro a Stalker 2, è stato costretto ad interrompere i lavori: qual è la situazione attuale.
In un momento drammatico come questo è chiaramente di poca importanza lo sviluppo di un videogioco. Lo è soprattutto per chi si trova sotto assedio a Kiev e deve affrontare sulla propria pelle l’incubo della guerra. Ciò che sta accadendo in Ucraina ha sconvolto tutto il mondo poiché si pensava che in Europa fossimo giunti ad un equilibrio stabile e perché le minacce della Russia al resto dell’occidente fanno paura.
Per quanto riguarda l’Ucraina, in questo momento ogni attività non necessaria, e in alcune zone anche quelle primarie, è stata interrotta per fronteggiare il pericolo. Le donne e i bambini cercano rifugio nei Paesi limitrofi, mentre tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni sono stati chiamati ad imbracciare un fucile per difendere l’Ucraina dall’offensiva russa. In questo momento vige la legge marziale, dunque chiunque dovesse disertare pagherebbe il gesto a caro prezzo.
Intanto gli autori hanno effettuato nelle scorse ore un piccolo ma significato cambiamento al titolo del videogioco. Il sottotitolo è stata cambiato da “Heart of Chernobyl” a “Heart of Chornobyl“. In pratica ha deciso simbolicamente di cambiare la denominazione inserendo quella ucraina al posto di quella tradizionale russa conosciuta in tutto il mondo. Un ulteriore segno a dimostrazione della volontà del popolo ucraino di resistere in ogni modo all’aggressione della Russia, mantenendo vivo lo spirito, la tradizione e la lingua del proprio Paese.
Ad inizio conflitto GSC Game World aveva lanciato un appello al mondo intero in cui si leggeva: “La Federazione Russa ha dichiarato guerra all’Ucraina. Il futuro è sconosciuto, ma siamo sicuri delle nostre Forze Armate e del nostro Paese. Chiediamo a tutti voi: non statevene in disparte e aiutate chi ha bisogno”.
Poco dopo anche un altro sviluppatore ucraino, Frogwares aveva lanciato un messaggio drammatico sul proprio sito: “Non possiamo restare a guardare. La Russia attacca la nostra patria e nega la sovranità dell’Ucraina. Stiamo cercando un riparo, ma questa è una guerra e non c’è un’opzione B. Chiediamo perciò a tutti gli uomini di buona volontà di costringere Putin a ritirarsi dalle nostre terre. Siamo una nazione pacifica e in tutti questi anni, da quando abbiamo ottenuto la nostra indipendenza, non abbiamo mai attaccato o minacciato nessuno. A causa di questa situazione, il nostro lavoro ne risentirà e le nostre vite potrebbero essere distrutte“.
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