Stranamente, come spesso accade nel nostro Paese, quando c’è in giro qualcuno bravo nel fare il proprio mestiere, quasi nessuno sa di chi si stia parlando. Gigi Simeoni è uno di questi, di questi capaci, intendo. Se c’è una persona in grado di svolgere bene il proprio mestiere, con accuratezza e passione, è proprio lui.
Vincitore di diversi premi del settore fumettistico, Simeoni ha origini lontane che lo hanno portato un po’ a scrivere e un po’ a disegnare, fino ad arrivare ai giorni nostri, quando è divenuto un “disegnautore”.
I romanzi di cui vorrei parlarvi oggi sono stati pubblicati dalla Bonelli, per essere precisi da “Romanzi e fumetti Bonelli”, la testata che raccoglie in volumi piuttosto robusti, per quanto riguarda le pagine, storie complete, romanzi grafici, appunto. I titoli che vi consiglio assolutamente di trovare in qualche vecchio scaffale o scatolone di una fumetteria (hanno sempre dei numeri di ciò che ci serve, accatastati in un angolo, basta guardare bene), sono: Gli occhi e il buio e Stria. Il primo parla di un serial killer che “esercita la professione” in una Milano di inizio ‘900 e l’altro, Stria (strega, in dialetto bresciano), narra, appunto, le vicende di una strega che vive in una grotta nei pressi di un piccolo paesino della provincia bergamasca.
Gli occhi e il buio ci porta a conoscenza di quanto accade nei due anni di vita di un promettente pittore milanese che, dopo la morte della sua ragazza, intravede negli occhi di lei qualcosa che, a parer suo, potrà essere fonte d’ispirazione per renderlo un pittore di fama mondiale e permettergli di lasciare un profondo solco nella storia dell’arte, tanto da renderlo immortale. Naturalmente non vi dico come prosegue la storia altrimenti vi rovinerei il gusto di leggerla. L’importante è che sappiate che la struttura narrativa è ben salda alla tradizione del fumetto popolare ma si aggancia anche a quella parte del “fumetto d’autore”, quello letto della gente col naso all’insù, per intenderci, quelli che leggono solo certi tipi di fumetti (e neanche li chiamano così), perché gli altri, i fumetti normali, quelli che leggiamo tutti noi, sono per ragazzini e sono popolari, commerciali. A parte questo gratuito sfogo per “i nasi in su”, Gli occhi e il buio ha la forza di mettere d’accordo davvero tutti e di lasciarsi leggere d’un fiato, fino alla fine, quando, finalmente, il mistero ci viene svelato, lasciandoci a bocca aperta. Simeoni non è solo un bravissimo disegnatore ma anche (e questa è una cosa rara), un bravissimo sceneggiatore. Sa dosare bene (in questa storia è più che evidente), i vari fatti che si snocciolano man mano che andiamo avanti. Il racconto, in questo modo, non è, in nessun punto, noioso o pesante. Consigliato.
Stria, scritto e disegnato qualche anno dopo Gli occhi e il buio, segue la scia del precedente (per quanto riguarda la qualità dell’opera), trascinandoci in un’avvincente storia che vede come protagonisti tre ragazzini, ormai divenuti grandi, che nascondono un segreto, un segreto del quale anche loro pare abbiano dimenticato alcuni pezzi che, assieme, tentano di rimettere uno accanto all’altro, più o meno come in un puzzle. Pure in questo caso, Simeoni riesce a mettere d’accordo tutti, pubblico e critica, realizzando una storia horror ricca di suspense. Nuovamente la trama non è affatto banale ed è ben costruita, reggendosi magnificamente sul fulcro centrale: il mistero. La curiosità di sapere cosa sfugge ai ragazzi, ormai divenuti adulti, è snervante, tanto da far venire la voglia di andare alle ultime pagine per sapere cosa, involontariamente, ci nascondono.
Il disegno (in entrambi i casi) è di tipo realistico ed è ben eseguito, tanto da, in alcune vignette e sequenze, entrare nel dettaglio per permettere all’occhio di divertirsi a vagare tra i vari punti della tavola, cercando, magari, di scorgere qualche segreto o particolare che l’autore ha potuto nascondere a un lettore poco attento.
I soggetti sono entrambi originali, non ricordo davvero di aver letto o visto qualcosa del genere, almeno per quanto riguarda Gli occhi e il buio. Magari mi sbaglio ma credo che sia davvero un’idea unica nel suo genere.
Le sceneggiature sono, come detto sopra, ben equilibrate e non vedono sbavature. Niente affatto noiose, al contrario, davvero avvincenti. Imprevedibili fino alla fine, le storie ci costringono a rimanere sempre attenti affinché nulla ci sfugga, nulla che possa (anche se difficile), farci capire in anticipo il segreto che nascondono i protagonisti.
Gigi Simeoni è ora entrato a far parte del gruppo di autori di Dylan Dog. Recchioni lo ha chiamato per contribuire a ridare all’Indagatore dell’incubo quello smalto che da tempo è andato perduto. Siamo certi che l’ingresso di Simeoni è equivalente all’acquisto per un club di calcio, di un calciatore vincitore del Pallone d’oro.
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