Architetture gotiche, atmosfere lovecraftiane e azione viscerale: questi i presupposti di Lies of P, il videogame ispirato a Pinocchio.
Come si fa ad adattare un racconto educativo, per quanto imperniato di macabri incubi e scomode realtà, ad un contesto videoludico? La scelta più semplice sarebbe quella di sposare un genera adatto come l’avventura grafica, ovvero un videogame in cui al centro della produzione c’è la narrazione e l’interazione ambientare è relegata alla risoluzione di puzzle.
Questa almeno è l’idea che mi sarei fatto qualora mi avessero presentato un progetto sul mondo ideato da Carlo Collodi nel suo Pinocchio. Quando dunque ho sentito dell’Ip Lies of P, ho visto le prime immagini chiaramente di stampo gotico e sono emersi i primi dettagli che inquadravano la produzione come “soulslike” è stato inevitabile storcere il naso.
La prima domanda che sorge in chi conosce l’opera originale e in chi conosce la storia, infatti è: in che modo collegheranno la storia e il personaggio ad un contesto così violento? Una soluzione potrebbe essere quella di adottare una scelta simile a quella utilizzata da Visceral Games con Dante’s Inferno, ovvero trarre spunto dall’opera solo per la creazione dell’ambiente di gioco e poi inventare una storia originale.
Sebbene l’Ip prodotta da EA fosse un pugno allo stomaco per tutti i puristi di Dante, il videogioco funzionava bene grazie ad un gameplay appagante e ben strutturato. D’altronde parliamo pur sempre di un videogioco e se la parte ludica funziona, quella narrativa viene messa in secondo piano e perde d’importanza.
Lies of P, com’è il soulslike ispirato alla storia di Pinocchio?
Il videogame ha fatto bella mostra di sé in questi giorni a Colonia, durante la Gamescom, ed è attualmente il miglior gioco osservato e provato alla più grande fiera europea del videogame. Sebbene il mondo di gioco ricordi più un racconto di Lovecraft che quello di Collodi e il protagonista appaia molto sicuro di sé e caratterizzato da un atteggiamento cupo e inquietante, ciò che si è visto a schermo è davvero bello ed è impossibile negare che il videogame sia d’impatto.
Ciò che ancora lascia qualche perplessità è l’impianto narrativo. Gli sviluppatori, intervistati durante lo showcase di Xbox, hanno chiarito che la storia sarà assolutamente originale e non riprenderà in alcun modo quella narrata nel libro. Insomma è stato preso spunto per il mondo di gioco e per la caratterizzazione dei personaggi e dei loro rapporti, ma ciò che vedremo si discosterà totalmente da ciò che conosciamo.
Tutto sommato si tratta della scelta migliore. Sia perché in questo modo non verrà posto a confronto con il capolavoro di Collodi dal punto di vista narrativo, sia perché una tale libertà permetterà loro di scrivere una storia che meglio si adatta al contesto in cui il protagonista si muove. Resta da capire la qualità della narrazione e della caratterizzazione dei personaggi, un qualcosa che si potrà sviscerare solo quando il gioco arriverà sugli scaffali.