Cinema

Paolo Sorrentino, la tragica morte dei genitori: la storia vera

Paolo Sorrentino è in lizza per vincere ben 5 oscar con il primo film autobiografico: scopriamo la vera storia dietro la morte dei genitori.

Ormai da anni Paolo Sorrentino è una delle eccellenze del cinema italiano che piace in tutto il mondo e soprattutto a quello lustrine e paillette di Hollywood. Il regista italiano ha ottenuto la fama mondiale grazie a ‘La Grande Bellezza’, capolavoro che fotografa la decadenza del mondo dello spettacolo dietro le quinte e che in un certo senso funge da filo conduttore tra il cinema neorealista e l’attuale movimento cinematografico nostrano.

In questi anni Paolo ha sperimentato, continuato a proporre la propria idea di cinema, ma è stato solo nel 2021 che ha messo nel suo lavoro tutto il cuore co una pellicola talmente intima da colpire dritto al cuore di tutti gli spettatori. Lo ha fatto grazie al palcoscenico sempre più importante di Netflix, ma lo ha fatto anche perché sentiva che questo era il momento giusto per poter raccontare con distacco il dramma che ha cambiato una volta per sempre la sua vita: la morte dei genitori.

Il racconto viene fatto con il consueto stile che contraddistingue da sempre l’opera di Sorrentino. Un film che scorre nonostante tocchi temi drammatici e ne mostri le conseguenze. Alla storia personale del protagonista si aggiunge l’affresco di un periodo storico che ha segnato la storia di Napoli e dei napoletani. Un contesto narrativo che non si può scindere dagli eventi tragici della sua adolescenza e che contribuisce a condividere quel senso di inelutabilità che è tipico della vita e che è sempre presente nei lavori del regista italiano.

Paolo Sorrentino: la tragica morte dei genitori

La vita è fatta di bivi e scelte che compiamo ogni giorno, decisioni che possono cambiare le sorti del nostro destino da un momento all’altro. Così è stato, o per lo meno così ce lo rappresenta in ‘E’ stata la mano di Dio‘, per Paolo Sorrentino. Il suo desiderio di vedere il Napoli di Maradona, quella squadra che lottava per lo scudetto e che avrebbe vinto il primo titolo della sua storia proprio quell’anno, l’ha portato a scegliere di non prendere parte al viaggio in montagna che ogni anno faceva con i genitori in Abruzzo.

Il padre, Sasà, gli permise di rimanere in città per andare a seguire la trasferata ad Empoli del Napoli. Nessuno in quel momento aveva idea di ciò che sarebbe successo. I genitori sono morti nel sonno, uccisi da una fuoriuscita di monossido di carbonio che ha riempito la loro stanza. Se Paolo fosse partito con loro, oggi non sarebbe qui per raccontarlo. Un evento tragico, che lo lasciò orfano a soli 16 anni e che il regista ha raccontato al Corriere della Sera per la prima e unica volta nel 2016:

“A me Maradona ha salvato la vita. Da due anni chiedevo a mio padre di poter seguire il Napoli in trasferta, anziché passare il week end in montagna, nella casetta di famiglia a Roccaraso; ma mi rispondeva sempre che ero troppo piccolo. Quella volta finalmente mi aveva dato il permesso di partire: Empoli-Napoli. Citofonò il portiere. Pensavo mi avvisasse che era arrivato il mio amico a prendermi. Invece mi avvertì che era successo un incidente. In questi casi non ti dicono tutto subito. Ti preparano, un poco alla volta. Papà e mamma erano morti nel sonno. Per colpa di una stufa. Avvelenati dal monossido di carbonio”.

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