Prosegue la terza stagione di Once Upon a Time (C’era una volta, in Italia), la serie tv fantasy statunitense in onda su ABC.
Il diciassettesimo episodio, intitolato “The Jolly Roger“, è andato in onda il 13 marzo negli States.
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Puntata Hook-centrica, come è facilmente desumibile dal titolo. “The Jolly Roger” fa luce (ma solo in parte) sulle vicende che hanno coinvolto il pirata durante il fatidico anno post-sortilegio (quello di cui nessuno ricorda una cippa lippa, per intenderci)
Hook invece ricorda tutto quanto e quando “Ariel” ricompare (si spiaggia) a Storybrooke con l’intento di ritrovare il suo amato Eric, il pirata si ritrova a fare i conti con delle questioni morali che lo affliggono da tempo. Chiaramente i soliti flashback ci vengono in aiuto.
Enchanted Forest, 1 anno prima
Dopo il sortilegio scagliato da Pan (e il contro sortilegio scagliato da Regina), Hook decide di tornare alla vecchie abitudini. Vita da pirata? Difficile a dirsi, visto che il capitano (privo di una nave) scorrazza per i boschi assieme al fedele Spugna e pochi altri uomini, derubando le carrozze reali. Quest’attività consente loro di brindare alle loro squallide esistenze, ubriacandosi in qualche vecchia locanda.
Il denaro apre molte porte: quando il gioco d’azzardo non appaga, qualche donna dai facili costumi provvederà al resto. È proprio da una di queste che il capitano si defila, incapace di liberarsi del ricordo della Swan (che molto probabilmente se la starà spassando a New York coi suoi finti ricordi).
Ad ogni modo al pirata, converrebbe concentrarsi sul presente, il pericolo infatti è dietro l’angolo e ha un nome: Ariel.
La rossa mette al tappeto il pirata (tanto per cambiare registro…) con un colpo in testa, poi lo minaccia puntandogli un coltello alla gola. La donna è decisa a vendicare il rapimento del principe Eric, peccato che Hook non ne sia responsabile. Vuoi che con una serrata routine di furti e rum, abbia il tempo di dedicarsi anche ai sequestri? La nave che Ariel racconta di aver visto, ora appartiene a qualcun altro: Barbanera si è impadronito della Jolly Roger e il suo legittimo proprietario non ha certo intenzione di rimanere con le mani in mano. Poiché Barbanera è anche il reale colpevole della sparizione di Eric, Ariel si unisce al pirata nell’impresa.
Hook non è particolarmente entusiasta della cosa, sopporta già a fatica la rossa petulante e quando questa si mette ad insinuare qualcosa sugli eroismi del pirata a Neverland, l’uomo perde la pazienza: “io sono un pirata e lo sarò sempre” mette in chiaro.
Ed eccoci arrivati al tanto decantato confronto con il pirata più temuto (dopo Hook s’intende) di tutti i mari: Barbanera. Il famigerato corsaro ha un aspetto che lo rende molto più vicino alla classica versione disneyana di Capitan Uncino, rispetto al collega che ne interpreta il ruolo stesso. Sarà una dura lotta per Killian Jones, si pensa. Eh invece no! Un paio di minuti e senza ferite né troppa fatica, Hook stronca la leggenda di Barbanera, fregato con un asse di legno malmessa. Di lì a poco, lo sconfitto, viene condotto sulla passerella per essere gettato in pasto a… sul serio, pensandoci la barca è attraccata al porto, che diamine dovrebbe esserci in acqua? Sorvoliamo su questo (e su altri) dettaglio e concentriamoci sulla mera questione, quella coscienziosa che tornerà ad opprimere il pirata. Si tratta di fare una scelta: uccidere Barbanera e riottenere la Jolly Roger o risparmiargli la vita e lasciare a lui la nave, ottenendo in cambio informazioni sul luogo in cui Eric è tenuto prigioniero. Ariel, tirando in ballo amore ed happy ending non riesce a convincere il pirata (che poi va beh, anch’io avrei preferito la Jolly Roger ad Eric …ma anche un cono gelato) che anzi, reduce dall’ennesima delusione sentimentale prende la decisione: è l’ora del bagnetto per Barbanera!
Intanto nella Storybrooke dei nostri giorni, Emma Swan sta per rifilare (per l’ennesima volta) Henry alla sua tata di fiducia: Killian Jones. La donna infatti è decisa ad imparare con l’aiuto di Regina a controllare la magia che è in lei (perché lei è la salvatrice, anche se non risolve mai nulla e si rivela inutile nella maggior parte delle circostanze, ma dettagli…), nella speranza di poterla utilizzare per sconfiggere la Wicked Witch. Proprio mentre il buon Killian è intento ad insegnare ad Henry come utilizzare dei dadi truccati (scommettendo patatine fritte) gli Charming si palesano da Granny assieme ad una vecchia conoscenza.
“Ariel”, che come tutti gli altri abitanti di Storybrooke ha perso la memoria, è alla ricerca di Eric e spera che il pirata (l’unico ad avere mantenuto i ricordi) ne sappia qualcosa. Ma come dire alla logorroica Sirenetta che al suo principe, il pirata ha preferito l’amata nave? Ecco perché all’inizio Hook finge di non sapere nulla, ma non dura a lungo. A fine episodio, Killian Jones decide di confessare le sue colpe, dimostrandosi pentito: pensava di riuscire a colmare il vuoto di un cuore spezzato, ritornando alle origini, ma non è servito.
Ad essere onesto, il pirata ci guadagna uno schiaffo (il secondo), una serie d’insulti alla sua persona e una maledizione. Sì, esatto, perché (colpo di scena!) Ariel in realtà è Zelena, che ha recitato tutto il giorno la parte della sirena, allo scopo di gettare un incantesimo sul pirata. Infatti, quando questi, ingenuamente confessa l’amore per la Swan, giurando sul suo nome, la verdognola coglie la palla al balzo, maledicendo le labbra dell’uomo.
Killian Jones oltre ad essersi sputtanato pubblicamente si ritrova ad essere vittima di un paradosso decisionale: se bacia Emma le toglierà ogni potere, se invece rifiuta di farlo, tutte le persone a lei care verranno uccise dal Signore Oscuro.
Ad ogni modo, questi metodi sembrano funzionare, rivelando un grande potenziale in Emma e l’incapacità di Regina di comprendere un tale spreco.
L’episodio include anche incommentabili scene degli Charming, impegnati nel dimostrare ad Henry di essere spassosi quanto l’uomo in pelle e eyeliner. Se Hook può insegnare al ragazzo a barare coi dadi, David (che ricordiamo, è lo sceriffo della città) può fare guidare un minorenne senza patente, rischiando un frontale e distruggendo diverse cassette postali. Ma ehi! Si sono divertiti! E di sicuro Henry ha avuto modo di legare con i nonni.
Ed è proprio in un atmosfera di unità familiare che la puntata si conclude: tutti a cena da Granny, mentre fuori in strada, Hook (da buon voyeur) spia Emma con il binocolo, meditando sul da farsi (che amarezza di chiusura…).
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