Microsoft, il gioco Xbox di Kojima e l’isteria collettiva

L’annuncio del gioco in esclusiva Xbox di Hideo Kojima ha scatenato un’isteria collettiva priva di senso: così non si viene presi sul serio.

In un precedente editoriale ho parlato del doppiopesismo della critica videoludica come uno dei segnali dell’immaturità del settore del gaming. In quel caso prendevo come esempio l’annuncio del remake di The Last of Us e le critiche che ne sono derivate. In un settore in cui da oltre 15 anni si va avanti a remaster e remake per monetizzare sulla passione dei videogiocatori, risulta infatti quasi ridicolo accorgersene all’improvviso, come se il titolo in questione fosse la prima operazione di questo tipo.

Spiegavo dunque che la stampa aveva utilizzato il disappunto di alcuni utenti per generare sensazione, alimentare quella mai sopita voglia di fare console war che è tipica del settore per ottenere visualizzazioni. Se a parole, infatti, si cerca di abbattere la cultura dell’odio tra fazioni che è stato alimentato da anni dalle stesse compagnie, di fatto la si fomenta con articoli privi di senso, scritti solo per cavalcare l’onda dell’indignazione e la puerile voglia di rivalsa sull’altro.

Oggi voglio parlare di ciò che è successo dopo l’annuncio del videogame in esclusiva Microsoft di Hideo Kojima. Del progetto non si sa nulla, ma l’annuncio è bastato per scatenare l’hype degli affezionati Xbox che probabilmente non hanno mai giocato un videogame del director giapponese e la rabbia dei fan boy Sony che si sono sentiti “traditi” al punto da vomitare odio per qualcuno che fino al giorno prima amavano alla follia, anche in questo caso con esemplari di videogiocatore che probabilmente non conoscono il diretto interessato e i suoi lavori.

L’esclusiva Microsoft di Kojima e la dimostrazione che il mondo videoludico è acerbo

In sostanza milioni di utenti in tutto il mondo hanno cominciato ad inveire contro Kojima e la sua software house, accusandolo di essere passato alla compagnia peggiore del settore, di aver tradito gli ideali per cui ha sempre lavorato, di essersi venduto per maggiore denaro, di non essere più degno di fiducia. Queste persone hanno anche manifestato la propria volontà di non comprare più un gioco sviluppato da Kojima Production, di boicottare qualsiasi suo altro progetto.

Una reazione che può essere benissimo definita isteria collettiva e che ha costretto la casa di sviluppo a chiarire che l’accordo con Microsoft non incrina i rapporti con Sony e Playstation, compagnia e console con cui continuerà a lavorare in futuro. D’altronde poche settimane prima era stato confermato in maniera ufficiosa che Death Stranding 2 è in sviluppo e dunque che Kojima sta lavorando ad un’esclusiva anche per Sony.

Che un’azienda che mira giustamente al sostentamento economico di chi ci lavora, ma anche a diffondere il proprio lavoro e a farlo apprezzare a quante più persone, debba giustificarsi di un accordo stretto con un produttore è semplicemente paradossale. Dimostra ancora una volta che gli utenti medi hanno un approccio fideistico al settore e che non sono mentalmente adulti, maturi abbastanza.

Non sorprenda allora se chi sta al di fuori di questo settore poi tratta i videogiochi come qualcosa per i bambini, qualcosa che porta a comportamenti illogici e pericolosi. Si tratta si di un modo di parlare del medium superficiale perché frutto di una generalizzazione sempre errata come in ogni campo della vita, ma è anche la logica conclusione che si trae dall’esterno quando ci sono comportamenti di questo tipo.

La console war è finita: godetevi i servizi

La console war deve finire, anche perché mai come in questo momento non ha senso di esistere. Il mercato è talmente grande ormai da permettere a tutti i competitor di coesistere senza dover erodere utenza all’altro. Lo dimostra il fatto che Microsoft ha deciso di prendere la via dei servizi e che Nintendo ha invece deciso di rimanere con un vecchio modello di business e nonostante questo entrambe le compagnie traggono guadagni maggiori di un tempo.

Non solo, ormai le esclusive praticamente non esistono più. Qualsiasi gioco prodotto da Microsoft e Sony presto o tardi verrà distribuito anche sul mercato Pc, fenomeno che rende l’acquisto di una console una mera preferenza estetica o di gusto personale (affezione, tradizione, affiliazione) verso una compagnia. Con l’approdo del game pass su Smart tv e Smartphone non sarà più necessario nemmeno l’acquisto di una piattaforma dedicata al gaming e presto anche Sony si adeguerà al trend.

Che vi piaccia o meno l’offerta videoludica di Microsoft in questa generazione e anche se ritenete le esclusive di Sony più belle di quelle della concorrenza, non si può negare che la compagnia americana abbia fatto un grandissimo passo avanti e che oggi è finalmente una concorrente credibile e valida per quella giapponese.

Spetta a voi fare una scelta in base a ciò che vi piace maggiormente, senza che questo comporti di conseguenza il denigrare l’altro o la scelta che ha compiuto. E se c’è qualcosa che non potete giocare perché siete costretti a scegliere tra una console e l’altra, pazienza, prima o poi potreste avere modo di recuperarlo. Considerate infine che sarà anche e soprattutto grazie alla politica Microsoft di inclusione, se questa possibilità potrà essere in futuro più semplice.

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