Esattamente quarant’anni fa, il 1° marzo del 1982, veniva trasmesso per la prima volta su Italia Uno un cartone animato che da lì a poco sarebbe diventato un vero e proprio cult. Stiamo ovviamente parlando di Lady Oscar, opera nata inizialmente sotto forma di manga in Giappone.
L’autrice Riyoko Ikeda, dunque, inizia la pubblicazione di Lady Oscar nel 1972. Il successo in patria, quindi, fu quasi immediato tanto che già sette anni dopo ricevette un adattamento animato. L’anime, dunque, durò circa un annetto e fu composto da un totale di 41 episodi.
Quello che molti non sanno è che contemporaneamente, sempre nel ’79, uscì un film con lo stesso titolo e diretto da Jacques Demy. Lady Oscar non è solamente frutto della creatività della mangaka, infatti, molti dei personaggi presenti nell’opera sono esistiti realmente.
Ovviamente, nonostante i personaggi siano ispirati a persone realmente esistite, il loro comportamento e le azioni prese nel manga sono state tutte frutto di fantasia. Oltre a Maria Antonietta, quindi, anche Jeanne Valois, la contessa Du Barry, il conte di Fersen e la duchessa di Polignac sono tutti personaggi che hanno vissuto all’epoca in Francia.
Per il personaggio di Oscar, invece, l’autrice si ispirata a due personaggi: al conte cavaliere François Augustin Reynier de Jarjayes, il quale provò ad aiutare la famiglia Reale durante la Rivoluzione francese e la donna che pur di arruolarsi si finse un uomo, Marie-Jeanne Schellinck.
Fra le tante curiosità che accompagnano questo cartone animato c’è ne una riguardante proprio il nostro paese. Durante la sua messa in onda in Italia, durata svariati anni, Lady Oscar ha ricevuto ben tre sigle animate. La prima cantata da I Cavaliere del Re e Clara Serina, la seconda scritta da Alessandra Valeri Manera e composta da Ninni Carucci. L’ultima canzone, invece, fu cantata da Cristina D’Avena.
Un altra curiosità riguarda le censure subite dall’anime. Oltre al fatto di non aver mai spiegato con chiarezza che Oscar fosse in realtà una donna vestita da uomo, resta memorabile anche la scena della presentazione di Rosalie. Quest’ultima, infatti, secondo quanto detto sarebbe sopravvissuta grazie all’elemosina ma in realtà il manga ci fa capire come fu costretta a darsi alla prostituzione.
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