Uno dei maggiori esponenti del movimento fumettistico nipponico è senza ombra di dubbio Ken Akamatsu, creatore della serie di genere harem, Love Hina. Quest’ultima ha avuto un successo senza precedenti con le sue oltre 6 milioni di copie vendute. A susseguirsi al manga, durato per ben 14 tankobon, ci sono stati un anime e persino 3 OAV. La trama di Love Hina vede protagonista il diciannovenne Keitaro della prefettura di Kanagawa. Il giovane, a seguito di una promessa fatta ad una sua amica d’infanzia, tenta in tutti i modi di entrare nella più prestigiosa università di Tokyo, la Todai. Purtroppo però il ragazzo fallirà per ben due volte facendo “gettare la spugna” ai suoi genitori che lo spediranno a lavorare come custode nella pensione Hinata, un dormitorio femminile. Da qui i momenti surreali e divertenti si sprecheranno senza però perdere di vista il fulcro della trama, riuscire ad entrare un giorno alla Todai.
Negli ultimi giorni, Ken Akamtsu, tramite il suo account Twitter ha condiviso la sua risposta alla domanda che gli era stata posta dal governo giapponese: Come far sopravvivere i manga? L’autore, con molta diplomazia, ha consigliato solamente alle opere di mantenere una propria libertà d’espressione, caratteristica del Giappone e che al seguito della globalizzazione rischia di perdersi. Infine, il mangaka ha consigliato al governo giapponese l’apertura di un museo creato appositamente per i manga dove conservare le tavole originali delle opere in modo da attirare turisti appassionati da tutto il mondo.
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