Hellblade 2 è sicuramente uno dei videogiochi più attesi: cosa si sa sul gameplay, la storia e la finestra d’uscita dell’esclusiva Xbox.
Il primo capitolo di Hellblade, Senua’s Sacrifice, è probabilmente il primo videogioco di cui ho seguito lo sviluppo passo dopo passo, appassionandomi all’idea degli sviluppatori e all’amore che hanno riposto nel progetto. Si trattava di un titolo unico nel suo genere, un tentativo di far comprendere attraverso il medium videoludico il disturbo schizofrenico-paranoide. Per farlo il team di sviluppo ha lavorato a stretto contatto con medici e soggetti che hanno sofferto di simili disturbi psicologici e ogni dettaglio di quel gioco era inserito ad arte per ricreare quelle sensazioni.
La storia era dunque un pretesto narrativo per raccontare come il dolore per un lutto possa condurre a questo tipo di disturbo e come l’acuirsi dei sintomi possa portare ad una totale perdita di contatto con la realtà. Un vero e proprio viaggio all’interno dell’inferno della psiche, curato nel minimo dettaglio attraverso il sonoro, i colori, la grafica e le abitudini comportamentali della protagonista.
A differenza di quanto fatto con il primo, il team di sviluppo questa volta ha tenuto celati i dettagli sul mondo di gioco e sulla storia. Per sapere di cosa parla Hellblade Senua’s Saga, dunque, dovremo attendere che il gioco sia fatto e finito. Attualmente non è chiaro quanto tempo ci vorrà per ultimarlo, ma dato che è sviluppato in Unreal Engine 5 e che il motore di gioco è stato rilasciato nel 2020, difficilmente potremo vederlo prima del tardo 2023-inizio 2024.
Il gameplay, tuttavia, è proprio ciò che interessa maggiormente alla community videoludica, visto che l’unico difetto grave del primo capitolo era proprio l’assenza di sfida e attrattiva nei combattimenti. Proprio di questo ha parlato in una recente intervista il combat designer Juan Fernandez. Intervistato dalla rivista spagnola Vandal, ha ammesso che per il primo gioco non c’era budget e tempo sufficiente per rifinire il gameplay e che lui stesso non era contento del risultato.
A suo avviso il gioco era carente nel numero e nella varietà dei nemici, la difficoltà era poco bilanciata – i nemici infliggevano troppi danni ed era complessi da abbattere – e delle lacune del combattimento dalla distanza. Tutti aspetti che in questo secondo capitolo saranno curati con la stessa maniacale precisione che contraddistingueva gli altri aspetti del primo capitolo. Fernandez promette inoltre che il sistema di combattimento sarà unico nel suo genere, diverso rispetto a quanto visto finora altrove.
Le premesse per un must have ci sono tutte, resta da capire la qualità della scrittura, delle missioni principali e di quelle opzionali e il feeling pad alla mano durante i combattimenti. Il talento al team non manca, ma trattandosi del loro primo grosso lavoro c’è da attendersi qualche incertezza e qualche ingenuità che potrebbe impedire al gioco di raggiungere la “perfezione”.
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