Giochi e Videogiochi

Gamescom, anche l’Italia protagonista con il survival psicologico Aftermath

L’industria videoludica italiana continua a crescere e comincia a farsi largo in quella mondiale: Aftermath ha un potenziale enorme.

In quasi cinquant’anni di storia del medium videoludico, l’Italia è rimasta in disparte. Sebbene il nostro Paese sia uno dei principali per acquisto e fruizione del videogiochi, infatti, a livello produttivo è rimasto a guardare ciò che facevano gli altri. Mentre i nostri dirimpettai (la Francia) partecipavano allo sviluppo del medium regalando al mondo intero alcune perle come Alone in the Dark, Another World e Rayman e si costituivano giganti del settore come Infogrames e Ubisoft, il nostro contributo tra gli anni ’80 e 2000 è stato fornito dalla sola Naps Team, sviluppatore messinese che ha prodotto Shadow Fighters e Gekido.

Chiaramente l’assenza dell’Italia dal mercato videoludico non era legata alla mancanza di talenti, ma a quella di finanziamenti statali, supporto imprenditoriale e investimenti privati. Da qualche tempo, però, le cose sono cambiate e anche il governo di recente ha riconosciuto l’importanza del settore, offrendo un finanziamento per quelle giovani aziende che vogliono costruire un progetto videoludico. Il supporto statale, più l’interessamento dei big di settore per i team indipendenti (sia Microsoft che Sony hanno progetti dedicati a questo) ha permesso al movimento italiano di crescere e dare sfogo alla creatività.

Il primo risultato apprezzato a livello mondiale dalla critica e da parte del pubblico è stato l’horror Remothered, sviluppato dal team catanese Stormind Games. L’altro grande prodotto uscito in questi anni e prodotto in Italia (sebbene sotto l’egida della francese Ubisoft) è stato lo strategico Mario+Kingdom Rabbids, sviluppato da Ubisoft Milano. La messinese Naps Team, invece, ha fatto uscire lo scorso anno Baldo, action rpg vecchia scuola che ha convinto sul lato artistico ma ha presentato grosse criticità nell’impianto di gioco.

Aftermath, il videogioco italiano sembra abbia un grande potenziale

In questo 2022 le fiere dedicate ai videogiochi hanno fatto emergere dei progetti nostrani veramente interessanti. Durante il Summer Game Fest abbiamo potuto ammirare il gameplay di Soulstice, un action stile Devil May Cry che è dotato di una buona componente artistica e sembra possa essere anche ludicamente molto veloce e divertente. Di recente è stato presentato anche Vesper, un action platform in due dimensioni che è uno spettacolo per gli occhi ed ha fascino da vendere. Infine da segnalare anche The Darkest Tales, un metroidvania in stile cartunoso che sembra voler ripercorrere le fiabe europee più note con uno stile dark.

A farla da padrone alla Gamescom in questi giorni è stato Lies of P, titolo che riprende il romando di Collodi Pinocchio ma che di italiano ha solo la fonte d’ispirazione visto che gli sviluppatori sono Sud Coreani. Niente Italia dunque alla fiera più importante d’Europa? Non esattamente, visto che il team One-o-One Games ha presentato il suo prossimo progetto: Afermath. Il team, ancora giovane e piccolo, ha ottenuto una buona accoglienza dalla critica per il suo ultimo lavoro, l’avventura grafica The Suicide of Rachel Foster.

Il loro prossimo progetto, però, è decisamente più ambizioso. Si tratta infatti di un survival game a mondo aperto in cui la protagonista, un ex astronauta con disturbi da stress post traumatico, devastata dalla guerra e infestata da mostri legati ad un misterioso oggetto apparso all’improvviso e diventato una specie di simulacro.

Il gioco punta narrativamente a sensibilizzare e rappresentare gli effetti del disturbo post traumatico, cercando di raccontarli non solo visivamente ma anche ludicamente: la protagonista soffre di  Algofobia (paura del dolore), Rupofobia (paura dello sporco) e Tafofobia (paura di rimanere seppellito sotto terra), motivo per cui dovremo cercare di non sovraccaricare d’ansia la protagonista. Mentre cercheremo di sopravvivere e scoprire cosa sta accadendo, insomma, dovremo fare attenzione a non ferirci, a non sporcarci e a non rimanere troppo a lungo sotto terra.

Una dinamica di gameplay interessante, in un titolo che pare voglia puntare sulla libertà. Pare infatti che dopo una parte lineare all’inizio, spetterà al giocatore decidere come avanzare e affrontare i pericoli, ma anche da quale parte della città procedere. Il concept appare decisamente interessante, la speranza e che il team riesca a svilupparlo come lo ha concepito e che possa diventare un’altra pietra miliare del nostro panorama videoludico.

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