A distanza di quasi vent’anni dalla sua uscita Donnie Darko continua a far parlare di se. Il film con protagonista Jake Gyllenhaal, infatti, è diventato negli anni un vero e proprio cult anche grazie al suo finale a dir poco enigmatico e che ha lasciato varie teorie nella mente degli spettatori.
Quest’oggi, quindi, andremo a parlare proprio di queste teorie cercando di trovare una spiegazione al finale del film. Parliamo proprio al plurale dato che sono molte le ipotesi che risultano plausibili anche se, c’è da dire, che spesso vi è un grado di credibilità molto diverso.
Sono diversi i fan che nel corso degli anni hanno provato a spiegare il finale di Donnie Darko
Ovviamente però, come spesso accade, non mancano delle teorie totalmente strampalate e che risultano poco credibili. Una di queste, ad esempio, sosterrebbe che Donnie stia sognando tutto ma è pressoché impossibile dato che questo non spiegherebbe la caduta del motore dall’aereo.
L’altra ipotesi, comunque poco realistica, vedrebbe Donnie Darko malato di schizofrenia e di conseguenza tutto quello che vediamo è una versione molto più assurda ed inquietante della sua vita. L’ipotesi più accreditata, quindi, è quella dei viaggi nel tempo.
L’ipotesi più quotata è quella legata ai viaggi nel tempo
Leggendo un estratto del libro di Nonna Morte sui viaggi del tempo presente nel film, infatti, possiamo apprendere che: “L’universo primario è in grave pericolo. Guerra, epidemie e disastri naturali sono frequenti. La morte arriva per tutti noi. La quarta dimensione è un costrutto saldo, sebbene esso non sia impenetrabile. Quando il tessuto della quarta dimensione diventa corrotto gli incidenti sono incredibilmente rari”.
“Se sopraggiunge un universo tangente, esso sarà altamente instabile e riuscirà a sostenersi per non più di alcune settimane. Eventualmente esso collasserà su se stesso dentro l’universo primario, formando un buco nero capace di distruggere tutto l’esistente“.
Con questa ipotesi, dunque, potremmo dire che l’universo primario sia quello in cui Donnie e i suoi amici si trovano all’inizio e alla fine del lungometraggio. Il resto che vediamo, dunque, sarebbe tutto parte di quest’universo corrotto e che sta collassando su se stesso.
Ovviamente però queste sono solo alcune teorie e siamo certi che il regista, Richard Kelly, abbia volutamente reso la sua storia il più fumosa ed intrigata possibile allo scopo di far speculare i fan per anni. A ventuno anni dall’uscita, quindi, non possiamo far altro che constatare come la scelta dell’uomo sia risultata vincente.