È andato in onda lo scorso sabato su BBC One il nuovo episodio dell’ottava stagione di Doctor Who, la longeva serie fantascientifica dei Signori del Tempo, dal titolo “Mummy on the Orient Express“. Cosa è accaduto nella nuova puntata?
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Mummy on the Orient Express è l’episodio di Doctor Who per eccellenza . È un classico pezzo d’epoca della fantascienza, mescolato con una sana dose dei film horror sulla nota creatura e un solido sviluppo dei temi che hanno attraversato l’ottava stagione finora. È intelligente, spiritoso ed energico. L’episodio è una delizia dall’inizio alla fine, battendo Robot of Sherwood e Time Heist e rivendicando il titolo di miglior episodio dell’anno – come ci si potrebbe aspettare da una storia che ha l’Orient Express nello spazio.
Il problema più grande dell’episodio è la risoluzione dell’enigma, che sembra troppo facilitata. Il problema non è tanto il Dottore che riesce a risolvere il mistero centrale della puntata in 66 secondi, ma che non ci sia il minimo setup preparatorio della natura della mummia. Viene abilmente rivelato, imperniato sull’idea della pergamena che appesa in verticale invece che in orizzontale, ma è comunque una facile soluzione.
Poi di nuovo, si adatta abbastanza comodamente con il tema ricorrente del soldato che attraversa l’ottava stagione. Con The Day of The Doctor, dove scopriamo la storia del War Doctor. Into the Dalek, che mette il Dottore in conflitto con un gruppo di soldati all’interno del soldato finale. In The Caretaker, Danny parla del dottore come un ex soldato. Anche qui, il nemico è un veterano di guerra che viene a patti con la guerra. E mentre si rivela come la natura della Mummia non funziona del tutto a livello “terreno”, l’episodio tocca alcuni dei temi centrali della stagione.
Sulla scia di Kill the Moon, Clara implica che questo potrebbe essere il suo ultimo viaggio con il Dottore. Dopotutto, l’epoca di Davies sembrava trattare di più il viaggio con il Dottore che tutta la vita di un compagno. Quindi ha senso che compagni come Rose, Martha e Donna hanno viaggiato con il Dottore fino a quando è diventato impossibile. Al contrario, sia Amy che Clara hanno una vita al di fuori del TARDIS. In teoria, lasciando il TARDIS non significa la fine di un particolare stile di vita. Clara non deve scegliere tra il mondo reale e il Dottore. Si tratta di una dinamica interessante, e Mummy on the Orient Express invita il pubblico a cercare di capire come una cosa del genere possa funzionare.
Il lavoro di Moffat su Doctor Who ha rinnovato la dinamica tra il Dottore e i suoi compagni in maniera drammatica, ed è affascinante vedere che lo spettacolo ancora si sente legato alla stesso tipo di logica narrativa che doveva bandire Amy e Rory all’antica New York per tenerli fuori dal TARDIS in The Angels Take Manhattan. Naturalmente, Mummy on the Orient Express attira l’attenzione su come tutto questo è scollegato dal mondo del Dottore. L’altra vita di Clara è estranea a lui come lui lo è per lei. Le meraviglie del Dottore hanno la capacità di essere sia felici che tristi allo stesso tempo, e decisamente a disagio quando parla dei suoi complessi sentimenti verso di lui. “Posso parlare dei pianeti adesso?” le chiede dopo che lei esprime il suo desiderio di smettere di viaggiare con lui. Si sta facendo largo il modo in cui il Dottore non ha idea di come trattare con le emozioni umane. Anche il suo tentativo di risolvere il suo rapporto con Clara consiste nel prendere un treno spaziale infestato da una mummia assassina e, in un certo senso, credendo di essere al di sopra di ogni legame con l’umanità. Come in Kill the Moon e in The Caretaker prima, Capaldi offre una versione veramente aliena del protagonista – uno che ha grande difficoltà di comunicazione con le persone. Anche in questo caso, i rimandi a Tom Baker sono fini a sé stessi, fino ad un portasigarette pieno di orsetti gommosi.
Il Dottore è qui ritratto come cinico e distaccato. Quando la mummia insegue le sue vittime, il Dottore non è disposto a offrire comfort o garanzie – egli è sincero. Quando quelli intorno a lui sono inorriditi semplicemente spiega che “Non abbiamo tempo per piangere.”
Questa insensibilità si è rivelata scioccante per alcuni spettatori. Tuttavia, offre un contrappunto efficace alla natura emotiva dei Dottori decimo o undicesimo. Solo perché il Dodicesimo Dottore non si esprime allo stesso modo questo non vuol dire che è completamente al di là della simpatia o vulnerabilità. Lo è, forse, nella sua prospettiva pragmatica. Sentirsi male per la scelta non cambia, dopotutto. Il pragmatismo del personaggio si estende nel suo rapporto con Clara. “Allora, stavi fingendo di essere senza cuore?” Lei gli chiede dopo aver salvato i sopravvissuti dell’Orient Express. Il Dottore è evasivo come sempre e gira la questione nuovamente a Clara. “Ti piacerebbe pensare questo di me? Lo renderebbe più facile?” Forse è onesto, o forse il Dodicesimo Dottore è semplicemente bravo a nascondere la sua vulnerabilità.
Come accennato in precedenza, Mummy on the Orient Express si basa sul presupposto che questa potrebbe essere l’ultima avventura di Clara nel TARDIS e, infatti, l’episodio gioca consapevolmente su questo, offrendo una particolare avventura – una mummia assassina sull’Orient Express , “tranne che è leggermente più grande… e nello spazio.” È il crossover perfetto tra tutti gli interessi dello show. L’Orient Express è ricreato perfettamente, con quel pizzico di mistero in più e il classico mostro che gira liberamente.
La mummia è una creatura che non si avverte come un archetipo alieno di Doctor Who. Si tratta del mostro del classico film comodamente spiegato con una certa idea tecnologica. Lo script richiama molto l’attenzione su questo, sottolineando che la creatura non è un semplice mostro, ma due mostri “Non è solo una mummia, è un vampiro metaforicamente parlando…”
Questo non è solo un episodio di auto-consapevolezza. È un episodio ben studiato, che i fan chiedevano da molto tempo (come lo stesso Dottore ci fa notare), È un episodio che andava sfruttato in un momento particolare nella vita di un dottore particolare, come lo è Capaldi.
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