Siamo arrivati alla quarta settimana con l’ottava stagione di Doctor Who, la longeva serie fantascientifica dei Signori del Tempo. Cosa è successo nel quarto episodio, dal titolo “Listen“?
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Con ogni nuovo dottore c’è sempre un grosso vociare sull’argomento “rigenerazione”, Il Dottore uscente annuncia il suo ritiro e un milione di adolescenti emette urla di angoscia (la vera fantascienza era molto diversa qualche anno fa). Il nuovo Dottore viene poi annunciato e viene accolto con decine di commenti: è troppo vecchio, è troppo giovane, ecc…
Poi parte la serie. La guardiamo e non ci convince. Fino a quando arriva un episodio in particolare in cui il nuovo Dottore arriva finalmente a scrollarsi di dosso il suo predecessore.
Questo, signori e signori, è quell’episodio.
Doctor Who è sempre stato in grado di scatenare la nostra immaginazione – le statue che si muovono se non le guardiamo in “Blink” e ombre che si muovono nel buio per conto proprio in “Forest of the Dead“. Entrambi gli episodi scritti dall’attuale showrunner, Steven Moffat, che con “Listen” vuole dare una premessa simile, ovvero “Perche parliamo a noi stessi, quando sappiamo che siamo soli?”.
Dopo la puntata della scorsa settimana, dove il Dottore minaccia Robin Hood, ho notato come Peter Capaldi col suo personaggio cercasse di far uscire un Dottore scontroso e rabbioso, uscendo dall’ombra del Dottore di Matt Smith. Questa puntata si dimostra essere più una storia Dottore-centrica, nella quale Peter Capaldi prende possesso della scena ancor più di Jenna Coleman, per quanto lei stessa ha di interessante (rispetto alla stagione precedente) l’avere un ruolo molto spoiler, e che perciò vi consiglio di seguire.
L’episodio è stato più una vetrina caratteriale, separando il Dottore e Clara in modo che possiamo vederli in azione per conto proprio. La loro dinamica si è ora spostata da una relazione romantica a un qualcosa di paterno, cosi come una delle tante volte che Clara ha salvato il Dottore.
Perciò, “Listen” mi è piaciuto? Si, ma con moderazione. A differenza di “Blink” ci è sembrato un episodio di copertura, per marcare caratterialmente il Dottore e la relazione con Clara e Danny Pink, dando a quest’ultimo una sorta di ruolo importante nella vità di Clara e forse anche in quella del Dottore. Inoltre, Steven Moffat sembra scavare di nuovo nel suo playbook di trucchi, distribuendone due o tre così come è ben abituato da quando ha iniziato a scrivere per Doctor Who.
“Listen“, alla fine, può essere considerato un buon episodio per questa serie (anche se sono rimasto molto colpito da “Into The Dalek“), ed è probabile che farà riparlare di sè.
Una cosa è certa: Peter Capaldi mi ha fatto dimenticare Matt Smith.
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