Il primo, un pò come succede per ogni manga, è da attribuirsi all’ottima trasposizione animata ricevuta, a questo si aggiunse la scelta di Yamato Animation di distribuire gratuitamente tutti gli episodi della prima, ed unica finora, stagione all’interno del loro canale Youtube. Il secondo motivo, in maniera molto più banale, è da riscontrarsi in un fattore nostalgia scaturito in molti spettatori degli anni ’90 i quali hanno ritrovato in Cells at Work una versione giapponese di Siamo fatti così, celebre cartone animato ideato nel 1987 da Albert Barillè e arrivato in Italia circa 2 anni, il 26 febbraio 1989.
La similitudine è più che giustificata, infatti, entrambe le opere si svolgono all’interno di un corpo umano e vede come veri e propri protagonisti della vicenda i vari globuli bianchi e rossi intenti a difendere il proprio mondo dall’assalto di diversi batteri, anche se quest’ultima “operazione” risulta essere molto diversa tra i due prodotti. Se la produzione europea preferisce dei semplici interventi a bordo di veicoli da parte dei globuli bianchi, all’interno di Cells at Work, lo splatter, dato anche dalla natura shonen dell’opera, non mancherà di certo.
Il successo della “serie liscia” ha portato Cells at Work alla creazione di diversi spin-off nel corso del tempo, tra cui Bacteria, uno dei più longevi e preferiti dai fan della saga. Quest’ultimo, il quale è pubblicato all’interno della rivista dedicata agli shojo, Nakayoshi, nell’ultimo numero ha rivelato di concludersi definitivamente con la prossima uscita, quella del 3 luglio. Ad agosto, infine, lo spin-off riceverà anche la sua ultima versione tankobon, la settima.
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