Mancano pochi mesi all’uscita di Captain America: The Winter Soldier, il secondo capitolo di Captain America, diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo.
Recentemente la rivista Empire Magazine ha intervistato alcuni dei realizzatori e membri del cast della prossima pellicola firmata Marvel.
Chris Evans, che interpreta Steve Rogers alias Captain America, ha commentato il suo personaggio con questo parole:
Non credo che la Marvel abbia mai fatto una cosa del genere. È veramente un thriller anni ’70 e credo che le abilità di Cap siano adeguate a questo tipo di genere. Voglio dire, i suoi poteri sono molto spartani: velocità, forza, pugni, calci, che funzionano con questi tipi di film. Sarebbe più difficile mettere, per esempio, Hulk in questo contesto.
In realtà non abbiamo mai esplorato il suo periodo di adattamento. In The Avengers abbiamo avuto così tanti personaggi da dover trattare, che davvero non abbiamo avuto il tempo di soffermarci su ognuno di loro. In questo film ci sono un sacco di cose che accadono a Steve. Sta cercando di acclimatarsi nel mondo moderno. Non voglio rivelare troppo, ma sta cercando di scoprire come inserirsi. È un uomo del 1940, si è appena svegliato. Per tutti gli altri è stato un passaggio lento arrivare dove siamo, nel 2014. Ma per lui improvvisamente c’è internet, i telefoni cellulari e il Patriot Act. La tecnologia è nuova per lui.
Quando gli è stato chiesto se è difficile interpretare il ruolo di un supereroe con una personalità non eccentrica o di origine soprannaturale, Chris Evans conclude:
Essere un uomo buono è difficile. Essere un uomo migliore può esserlo ancora di più. Anche se non è stato lui a scegliere di portare questo peso, credo che questo sia in realtà il set di abilità che è destinato a portale. Egli non si lamenta, c’è profondità in lui e ci sono sempre nuove cose da scoprire. Per il primo film era il nuovo corpo e la responsabilità. Qui invece ci rituffiamo in quella stabilità acquisita; Steve si sente davvero comodo nei panni del supereroe.
Stephen McFeely, co-sceneggiatore sia di Captain America: Il Primo Vendicatore che di The Winter Soldier con Christopher Markus, commenta:
Sapevamo che con il primo film stavamo costruendo un pezzo d’epoca, il che era davvero allettante per noi. Era l’unico modo per fare un film di Captain America senza far venire fuori qualcosa di ridicolo. Un uomo non decide di mettersi un abito con i colori della bandiera americana nel 2011, ma può farlo nella Seconda Guerra Mondiale. Ora, con Cap scongelato e nell’età moderna, gli scrittori hanno avuto difficoltà a costruire il personaggio e che cosa avrebbe pensato del mondo e di ciò che è diventato.
Il nostro problema iniziale è stato: come potevamo dargli un senso nel mondo moderno? Voglio dire, lui è davvero Gary Cooper. La soluzione è stata cambiare il mondo in risposta a lui. Generalmente egli è corretto. A tal proposito Cap ha quei valori che non corrispondono necessariamente con i nostri. Abbiamo preso in considerazione diverse strade e alla fine siamo tornati a questa idea di un film su una cospirazione. È quello che ci permettere di ottenere il massimo dal dilemma morale del personaggio. Come può essere in sintonia? Come può vedere dove siamo finiti? Lui non ha vissuto tutto quello che abbiamo passato per arrivare a questo punto, dove le agende sono ora veramente torbide.
The Winter Soldier è il prodotto di dubbie pratiche corrotte che non ti fanno star bene quando vengono portate alla luce.
Il presidente della Marvel Kevin Feige concorda:
Guardate gli altri thriller politici degli anni ’70: The Parallax View, Tutti gli uomini del Presidente. A quei tempi Cap esisteva nei fumetti. Si è ritrovato negli anni ’60, vivendo il caso Watergate, l’era Reagan, fino ad arrivare a dove siamo oggi. Nei fumetti è stato un inferno per Steve, e noi non abbiamo potuto vederlo in quegli anni, perchè nel nostro universo cinematografico dormiva. Ma abbiamo voluto costringerlo a confrontarsi con questo tipo di enigma morale, qualcosa con quel sapore degli anni settanta, e nel nostro film prende la forma dello S.H.I.E.L.D.
Joe Russo, sempre parlando con Empire sulla direzione del thriller politico della Marvel per The Winter Soldier, decisione presa prima dell’ingaggio alla regia dei due fratelli Russo, risponde:
Sapevamo che volevano un thriller, ed era un’idea che ci piaceva molto. Sono davvero contento del diverso tono che abbiamo introdotto nel rispetto del primo film.
Anthony Russo, che è intervenuto sugli aspetti politici, ha rivelato che ci sono diverse influenze degli anni settanta, soprattutto per gli inseguimenti in auto:
Abbiamo studiato più volte al rallentatore il lavoro di Alan J. Pakula e le connessioni francesi. Perchè quell’inseguimento in macchina è così efficace? Perchè ci si preoccupa di chi si trova in auto. Un tono simile a La conversazione o Blow Out; come il sound design aiuta a costruire la paranoia. Così stiamo realizzando alcune cose con i diffusori posteriori che non si sentono propriamente. Siamo entrambi dei veri appassionati di Heat e delle sequenze di rapina, in stile vérité.
Captain America: The Winter Soldier è diretto da Anthony e Joe Russo, su una sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely. Tra il cast Chris Evans (Captain America), Scarlett Johansson (Vedova Nera), Sebastian Stan (Il Soldato d’Inverno), Samuel L. Jackson (Nick Fury), Cobie Smulders (Maria Hill), oltre a Emily VanCamp, Robert Redford e Frank Grillo.
Captain America: The Winter Soldier uscirà in Italia il 26 marzo 2014, oltre una settimana prima rispetto ai cinema statunitensi, dove arriverà soltanto il 4 aprile.
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