Lunedì 3 novembre è andata in onda la quarta puntata della quinta stagione di The Walking Dead, come sempre a meno di 24 ore dalla diretta statunitense. La serie tv creata da Frank Darabont e basata sui fumetti di Robert Kirkman ci regala un nuovo episodio dal titolo “Il prezzo della salvezza” (“Slabtown” in originale).
Come in parte rivelato dal materiale promozionale, questo episodio è stato dedicato interamente a Beth, la più piccola delle figlie di Hershel che era scomparsa, come ricorderete, nella seconda metà della quarta stagione (“Solo”, 4×13).
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Tutti, chi più e chi meno, ci siamo chiesti che fine avesse fatto la ragazza, in che posto fosse finita e soprattutto con che gente avrebbe avuto a che fare. Beth si sveglia nel Grady Memorial Hospital di Atlanta, struttura che la poliziotta Dawn Lerner e i suoi cercano di mantenere sicura per poter aiutare le persone. E fin qui suonerebbe tutto bene. Fin troppo. Infatti il posto si rivela fin da subito per quello che in realtà non è. Se si viene salvati da queste persone, poi si deve ripagare un debito, che in realtà pare inestinguibile ha detta di Noah, un ragazzo che si trova lì da un anno ma che non vuole restarci un minuto di più.
Una delle prime cose che non quadrano è la descrizione di come i colleghi di Dawn avessero trovato Beth: circondata da putrefatti (così li chiamano), la ragazza aveva un polso rotto e una ferita superficiale alla testa, e se non fosse stato per loro Beth adesso probabilmente sarebbe morta. È vero, quella sera la zona era piena di vaganti, ed è probabile si fosse ferita, ma se loro l’avessero effettivamente salvata, lei non se lo sarebbe ricordato? Non avrebbe detto agli agenti che con lei c’era anche un uomo, di aiutare anche lui? E soprattutto, lei sarebbe andata con gente che non conosceva, anche se indossavano un’uniforme?
Adesso Beth deve rendersi utile all’interno dell’ospedale se vuole pagare il suo debito, aiutando il dottor Steven Edwards ad occuparsi dei pazienti. Eppure, la politica che vige è quella di “non sprecare risorse”, quindi si salva soltanto chi si sa per certo che possa guarire. Si vuole tenere insieme la civiltà, Dawn stessa è sicura che deve farlo per essere preparata quando qualcuno arriverà ad aiutarli, ma è davvero il modo giusto di operare? Di definirsi come delle persone che fanno del bene, se poi in realtà non si investe un po’ di più su chi ha meno possibilità di farcela? Ma soprattutto, c’è ancora chi crede che il mondo tornerà quello di una volta, chi crede fermamente che un giorno i soccorsi arriveranno e tutto quello che si è fatto per mantenere la civiltà quella di una volta sarà ricompensato? Beh, evidentemente sì. Il discorso di Dawn mi ha ricordato, per un certo verso, quello che Bob fa a Rick, che si deve mantenere la propria umanità, perché quello che stanno vivendo loro è un incubo, e se si lasciano indietro troppe cose, una volta che il mondo sarà tornato quello di prima, non avranno più le risorse per viverci dentro, perché avranno perso troppo. Ma per quanto sembri lo stesso concetto, quello che Dawn dice va al di là di quello che intendeva Bob. Dawn si impone, non lascia il libero arbitrio, l’unica cosa che le interessa è mantenere la situazione stabile, creare una vita vivibile, e far lavorare tutti per un “bene superiore” (mentre per Rick il “bene superiore” erano loro stessi – “L’inganno”, 3×15) che possa poi condurli a una fantomatica salvezza.
Il dottor Edwards sembra diverso però dalla dura Dawn, interagisce con Beth e si dimostra anche gentile. Ma come sempre in The Walking Dead, mai farsi ingannare dalle apparenze. Alla prima possibilità di poter essere rimpiazzato con un altro medico, non ci pensa due volte ad ingannare la ragazza così da farle somministrare un farmaco sbagliato, che provoca la morte del dottore con cui Steven temeva di essere sostituito.
Ancora una volta uno dei nostri protagonisti sembra capitato nel peggior posto in cui poteva capitare. L’unica cosa da fare è tentare la fuga, e Beth la tenta con Noah. Purtroppo soltanto il ragazzo riuscirà a fuggire dall’ospedale, mentre Beth verrà catturata proprio poco prima di raggiungere l’amico. Eppure il suo sorriso lascia trasparire che, per una volta, si è resa conto di non essere stata lei il fardello di qualcun altro, ma anzi di aver aiutato – sebbene nemmeno intenzionalmente – qualcun altro a salvarsi, quasi si fosse indirettamente riscattata dalle parole di Dawn che poco prima aveva intuito che in passato la ragazza era stata “un fardello” per qualcuno.
Alla fine l’episodio non ha mostrato una Beth troppo diversa dal solito, almeno non nella prima parte dei 43 minuti, ma due momenti hanno fatto vedere una parvenza di cambiamento nella ragazza. Uno è sicuramente quando, dopo essere riuscita a salvarsi dalle non proprio buone intenzioni dell’agente Gorman, colui che addirittura “reclamava” diritti su Beth perché era stato lui a trovarla, ed accortasi della macchia di sangue sulla sua scarpa (cosa che farebbe insospettire e alterare l’agente Lerner), incontrandola per il corridoio le dice, con freddezza, di andare nel suo ufficio (dove si stava consumando il delitto di Gorman, diventato il pasto di una donna –Joan, che aveva subito in passato le violenze dell’uomo – che si era trasformata in zombie giusto in tempo per salvare Beth).
L’altro momento è la scena finale, in cui Beth parla con il dr. Edwards, capisce che anche lui lì, seppur non approvando tutte le maniere di Dawn, accetta di buon grado il sistema, e allora la ragazza realizza che c’è un solo modo per farla finita con tutti loro. Una Beth temeraria si avvicina minacciosamente al dottore, quando scorge Carol priva di sensi su una barella – che a proposito, non era con Daryl?! – e ovviamente l’episodio finisce sul più bello, lasciandoci come al solito con tantissime nuove domande. Cosa ci fa Carol lì (e come mai chiunque sia in compagnia di Daryl finisce in quell’ospedale!)? Riusciranno le due compagne, adesso ritrovate, a scappare insieme, oppure avranno bisogno di una mano dall’esterno? È Noah la persona con cui torna Daryl alla fine del terzo episodio (“Un tetto e quattro mura“, 5×03)? Non ci resta che aspettare i prossimi episodi per scoprirlo!