È andata in onda sabato sera su BBC One la quinta puntata dell’ottava stagione di Doctor Who, la longeva serie fantascientifica dei Signori del Tempo. Cosa è successo nell’episodio dal titolo “Time Heist“?
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Nella quinta puntata il dodicesimo Dottore, interpretato da Peter Capaldi, diventa… un rapinatore di banche! Un cambiamento che avviene quando deve portare a termine un compito che non può rifiutare, rubare dalla più pericolosa banca dell’universo.
Con l’aiuto di un bellissimo mutaforma e di un altro complice, il Dottore e Clara dovranno bypassare la mortale sicurezza dell’istituto e affrontare un Teller, una creatura terrificante capace di captare il senso di colpa.
Time Heist è un episodio divertente, ma è anche riempitivo. Mostra le debolezze dell’era del Doctor Who di Moffat e potrebbe presto diventare uno di quegli episodi facilmente dimenticabili, anche se è un peccato per chi come me ha riconosciuto l’attrice Keeley Hawes (parlo di Alex di Ashes to Ashes, seguito di Life on Mars), un personaggio davvero eccellente.
Alla fine, anche dai precedenti teaser, si capisce che la questione è semplice: può il Dottore coi suoi compagni rapinare una banca?
Dalla settimana scorsa ho notato qualcosa che in questa stagione di Doctor Who viene sfruttato molto (come spesso accade durante il regno di Moffat). Gli scrittori, infatti, non si stanno più preoccupando di dare un senso attraverso l’episodio stesso, ma optano per una trama più orizzontale, risolvendo tutto nel gran finale. Lo avevo già notato in Deep Breath e in Listen ed è chiaro come il Dottore prenda decisioni che non solo sono contro il suo personaggio, ma anche contro quelli che lo circondano, riuscendo a farli uccidere o a metterli deliberatamente in pericolo in modi molto banali.
Time Heist è comunque una puntata interessante e a volte divertente, ma quante volte ancora si dovrà salvare una situazione difficile con armi o aggeggi vari fatti su misura per quello specifico scopo? Anche queste idee, riciclate, tendono a invecchiare. Devo però ammettere che il finale mi è piaciuto, ma si è sentita davvero poco la versa essenza di Doctor Who.
In termini di personaggi, Capaldi dimostra di tirar fuori un Dottore che non vediamo dai tempi di Eccleston, anche se sarebbe meglio che perdesse quel certo livello di immaturità acquisito (ma potrei anche conviverci).
Keeley Hawes, ovvero la Signora Deplhox, è davvero una bella aggiunta all’episodio, ed è un vero peccato che non la vedremo più.
Clara è una buona compagna, ma una cosa che non funziona è il lato romantico della storia. Non abbiamo bisogno di sapere che sta preparando il suo matrimonio tramutando il Dottore in una sorta di convivente cosmico, e non mi vergogno nel dire che la situazione è molto simile a quella di Penny con Sheldon in Big Bang Theory.
Prima di chiudere voglio soffermarmi su un ultimo punto: che fine ha fatto Missy? Si saranno dimenticati di lei? Mi mancano i suoi piccoli segmenti.
Piccola nota a margine: il trailer del prossimo episodio sembra essere ripreso direttamente dall’episodio “Una vecchia amica”, che reintrodusse la compianta Elisabeth Sladen nel ruolo di Sarah Jane Smith. Un altro brutto segno?